Strade che conducono ai sogni

Premetto che non è mia intenzione paragonarmi ai grandi maestri dell’arte, ma se a Michelangelo arrivava l’ispirazione creava, non doveva aspettare che si facessero le diciotto, timbrasse il cartellino, facesse la spesa, rassettasse casa, preparasse la cena, facesse una doccia e poi desse libero sfogo alla fantasia! In questo momento ho una serie di idee che si affacciano alla mente, ma posso solo sperare di ricordarmele tutte quante per stasera. In più ho in testa il solito tarlo che rode e quando mi sento il rosicchiare del tarlo in testa significa che qualcosa non va o almeno sta prendendo la piega sbagliata.
Nei momenti di caos tipo questo, fra mille richieste, clienti noiosi e petulanti, voglia di fare zero e solo il buon senso ad impedirmi di mandare tutto all’aria, mi piace immaginarmi in un enorme laboratorio artistico pieno di colori e pennelli, di tele bianche e altre imbrattate. Sogno tavoli pieni di creta da plasmare, pietre preziose da incastonare e vetri colorati da forgiare. Non avendo nulla di tutto questo l’unica azione che io possa compiere e che si avvicina a quello che mi piacerebbe fare è cucinare un dolce.
Niente è più delizioso che sentire l’odore di torte per la casa. Cannella, vaniglia, cacao … mele. Ed è altrettanto bello condividere con chi ti è caro quello che hai cucinato. La fetta di torta sul piattino di porcellana, le forchettine del servizio buono e un tea aromatico da fine pasto. Lo so, sarebbe tè, in italiano, ma io preferisco usare il termine inglese,
E tutto questo va assaporato prima che il sole ti obblighi a stare fuori casa, prima che la primavera arrivi a sconvolgere le piccole abitudini quotidiane. Va fatto godendosi il tepore di casa, le fiamme del camino, la pioggia e perché no, anche i vetri appannati.
Niente mi riconcilia con il mondo che uscire dall’ufficio, indossare sciarpa e cappello e sentire il freddo pungente, vedere le nuvolette di fumo che si formano quando si parla o respira e camminare lentamente fino all’auto immaginandosi che quel tragitto non sia la stradina che va dall’ufficio alla macchina, ma uno di quei sentieri delle campagne inglesi, costeggiati da belle villette con i tetti di ardesia e dai giardini curati. E dalle mie amate finestre a bovindo si intravvedono i padroni di casa che bevono brandy davanti al camino e parlano fra di loro dei nuovi eventi della contea.

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