Strade che conducono ai sogni
Nei momenti di caos tipo questo, fra mille richieste, clienti noiosi e petulanti, voglia di fare zero e solo il buon senso ad impedirmi di mandare tutto all’aria, mi piace immaginarmi in un enorme laboratorio artistico pieno di colori e pennelli, di tele bianche e altre imbrattate. Sogno tavoli pieni di creta da plasmare, pietre preziose da incastonare e vetri colorati da forgiare. Non avendo nulla di tutto questo l’unica azione che io possa compiere e che si avvicina a quello che mi piacerebbe fare è cucinare un dolce.
Niente è più delizioso che sentire l’odore di torte per la casa. Cannella, vaniglia, cacao … mele. Ed è altrettanto bello condividere con chi ti è caro quello che hai cucinato. La fetta di torta sul piattino di porcellana, le forchettine del servizio buono e un tea aromatico da fine pasto. Lo so, sarebbe tè, in italiano, ma io preferisco usare il termine inglese,
E tutto questo va assaporato prima che il sole ti obblighi a stare fuori casa, prima che la primavera arrivi a sconvolgere le piccole abitudini quotidiane. Va fatto godendosi il tepore di casa, le fiamme del camino, la pioggia e perché no, anche i vetri appannati.
Niente mi riconcilia con il mondo che uscire dall’ufficio, indossare sciarpa e cappello e sentire il freddo pungente, vedere le nuvolette di fumo che si formano quando si parla o respira e camminare lentamente fino all’auto immaginandosi che quel tragitto non sia la stradina che va dall’ufficio alla macchina, ma uno di quei sentieri delle campagne inglesi, costeggiati da belle villette con i tetti di ardesia e dai giardini curati. E dalle mie amate finestre a bovindo si intravvedono i padroni di casa che bevono brandy davanti al camino e parlano fra di loro dei nuovi eventi della contea.
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