Aumenti ed esaurimenti


Su Repubblica, si parla della provocazione di Citati: aumentare o meno lo stipendio agli insegnanti?
Questa annosa questione viene ridiscussa proprio quando in azienda abbiamo fissato il calendario ferie.
Quindici giorni di vacanza a turno, per non lasciare inattiva l'azienda.
Che felicità. E' tutto l'anno che lavoriamo. Se si escludono le famose feste comandate (Natale, Capodanno, Lunedì di Pasqua e quelle che spesso ci fregano perché cadono di sabato o domenica) non abbiamo fatto un ponte, una mezza giornata a causa dell'afa estiva. Nulla. Però in busta paga ferie e permessio fioccano mese dopo mese. Mi chiedo cosa me ne faccia!
Perché mai dovrebbe importarmi degli insegnanti? Quelli che ho conosciuto e quelli che conosco fanno solo pena. Ce ne sarebbero solo un paio o tre da salvare.
Era appena iniziato l'anno scolastico e già si lamentavano: riunioni, rientri, consigli di classe. Agognavano le ferie, il ponte di ognissanti, le vacanze di natale, il ponte di carnevale, le vacanze di pasqua, i ponti del venticinque e del primo maggio...insomma ma quand'é che questi lavorano?
Sarebbe anche il caso di finirla con questa storia dell'autocelebrazione. "Noi formiamo i futuri uomini". Il problema é che li formano male. Ho un'amica insegnante che non indovina mai un condizionale, un congiuntivo, un forma ed un tempo verbale a caso. Scrive assurdità raccapriccianti, salvo sottolineare che possiede una laurea da 110 e lode.
Avevo un professore di economia aziendale che non riusciva a fare quadrare un bilancio. Eravamo al quinto anno e doveva prepararci per gli esami. Alle nostre rimostranze, la preside ci affiancò un insegnante di sostegno ogni sabato, dalle tre alle otto del pomeriggio. L'insegnante di ruolo? Quando lo ha saputo ha riso dicendoci che tanto ogni ventisette avrebbe avuto il suo accredito mensile in banca.
Se dobbiamo aumentare loro lo stipendio?
E perché no? Però che inizino ad essere trattati come lavoratori normali. Otto ore al giorno, meno vacanze, più formazioni e qualcuno che esamini il loro metodo di lavoro. Se sai insegnare bene, altrimenti vattene a casa e cambia lavoro.
Mi pare che in Inghilterra funzioni così. Solo in Italia non possiamo mettere sottopressione i poveri frustati insegnanti?
E qui termino perché ogni parola rivolta alla questione sarebbe solo sprecata.
Adesso devo trovare il modo di passare queste lunghe vacanze che si prospettano ventose, con il mare sempre in burrasca e umide.
A casa non possediamo nemmeno il condizionatore e perciò addio alla pennichella pomeridiana.
Tornerò al lavoro rilassata come non mai.
Ma ora che ci penso...mi frulla un pensiero in testa. Un pensiero che, se diventasse possibile mettere in pratica, potrebbe salvarmi in toto.

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