I miei astratti furori


Faccio mia l'espressione "genere umano offeso" usata da Vittorini in "Conversazione in Sicilia".
Credo che questo genere umano non abbia mai smesso di esistere, ma si é solo adattato e modificato con l'evoluzione della società.
Chi riesce a distinguere il "genere umano offeso" in mezzo a tutta questa confusione di uomini tiranni é chi riesce a sentire, ancora intensamente dentro di se, "gli astratti furori" che avvertiva Silvestro nel libro.
Non riesce a piacermi il mondo, né la gente che lo abita. Non mi piacciono i potenti, non mi piace l'idea di qualcuno che pensa e agisce al posto mio. Non amo seguire le regole imposte dagli altri, se queste regole sono state inventate per un loro tornaconto. Non mi piace distinguere o vedere distinguere la gente in base ai guadagni, alla professione, al ruolo sociale che ricopre. Non accetto la regola del "do ut des" che va per la maggiore in questo maledetto paese.
C'é una coltre spessa di ipocrisia che ricopre ognuno di noi. Abbiamo due pesi e due misure a seconda se siamo in gioco noi o gli altri. Giudichiamo con una disarmante facilità. Etichettiamo, soppesiamo, prezziamo e scontiamo le persone come fossero solo merce, oggetti da transazione commerciale.
Indossiamo molte maschere e quel che é peggio, se le togliessimo tutte non troveremmo neppure la nostra vera faccia.
Così, come Silvestro, invece di fare ritorno a casa, vorri intraprendere un mio viaggio. Un viaggio che mi permetta di scoprire finalmente chi sono, il ruolo che ricopro nel mondo e quello che vorrei ricoprire. Vorrei capirlo veramente questo mondo, perché fino ad oggi non mi é chiaro nulla.
Magari anche io potrei incontrare un "gran lombardo", "l'arrotino", "l'uomo che vende arance sul traghetto e la sua donna ammalata". Potrei capire come ha capito Silvestro.
Invece da tempo sto immobile in mezzo a tanta altra gente immobile. Gente che corre da una parte all'altra, ma immobile nella coscienza.
Prima di addormentarmi definitivamente vorrei proprio farlo questo viaggio. Magari, stasera, tornando a casa dal lavoro deciderò di fare una deviazione assecondando così i miei astratti furori per il genere umano perduto.

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