Dei marziani e dei confini


Ieri sera, nonostante il caldo torrido, ho preferito rimanere in casa a guardare la TV. Non é che sia una grossa novità. Da qualche tempo, troppo tempo, preferisco stare rintanata in casa così se qualcuno mi fa saltare i nervi sono liberissima di poter andare in escandescenza, mentre se esco devo comunque mantenere un contegno.
E' di qualche settimana fa la notizia di avvistamento di un disco volante nella mia città.
L'ho visto al telegiornale: un disco argento con una scia di fuoco sotto.
Anche da noi sono arrivati gli ufo!
La notizia mi lascia sgomenta, non per la paura verso un genere umano sconosciuto, ma perché non riesco a capacitarmi del motivo per il quale un essere alieno dovrebbe affrontare un viaggio intergalattico solo per vedere che aria tira qui.
Forse si annoiano, lassù. Magari, durante le giornate libere, il papà marziano decide di portare moglie e figli a passeggio per la galassia. Forse i teen-ager marziani che sono stati promossi e che hanno ricevuto in regalo un fiammante disco volante, decidono di provarlo con gli amici più sfigati e si accingono verso le nostre parti. Magari costituiamo un diversivo: noi andiamo al cinema per evadere dalla realtà, ridere, riflettere. Così fanno loro con noi. Ci prendono per un cinema. Speriamo, almeno, che non si facciano troppe risate.
Del resto perché meravigliarsi. Abbiamo avuto un passato da naviganti, esploratori dell'ignoto, perché mai non dovrebbe esistere un mondo diverso dal nostro abitato da gente con l'anima da esploratore?
Quasi, quasi, accoglierei con gioia la possibilità che esista gente diversa da noi, proprio in questi giorni che il genere umano mi schifa più del solito.
Manca un giorno alla fine, ma posso affermare che questa settimana lavorativa é stata un vero inferno.
Nulla risulta peggiore che venir comandati da chi non sa nemmeno cosa c'é oltre il proprio naso.
Da chi impone regole, ma le infrange per primo.
Da chi crede che dirigere significhi comandare. Ecco! io questa gente la manderei volentieri in ... esplorazione.
Mi piacerebbe metterla su una barchetta, in un velivolo a capo di un equipaggio scalmanato e poi la mandarei in avanscoperta, con la speranza che avvisti un UFO, scevro da fini amichevoli, e ingaggi con lui una lotta all'ultimo sangue e senza ritorno.
Ma, nella speranza, che l'UFO arrivi davvero e che non sia io l'obiettivo della sua curiosità, mi accontento di torturare, insultare, uccidere mentalemnte questa gente che mi dà tanti grattacapi.
Per questo non rischio la prigione. Insomma posso ucciderli e resuscitarli quando voglio e in tutti i modi desiderati.
Da un pò di tempo, sembra che io sia destinata a compiere mezzo passo avanti e due e mezzo indietro. Qualcuno ha osato dirmi che dovrei considerarlo un tempo utile per riflettere.
Ma dico io, sono quasi quattro anni che rifletto. Cosa avrò mai da pensare così a lungo?
Sempre questo qualcuno ha aggiunto che spesso le interferenze, gli ostacoli avvengono per permetterci di fermarci ad osservare quello che ci stiamo perdendo per la bramosia di guardare avanti.
Vorrei dire a "qualcuno". Sono ferma da un pò. Ho passato e ripassato a memoria quello che mi sto perdendo e non mi piace, non mi piace affatto. Io non bramo guardare avanti, vorrei cambiare screen saver. Vedere le solite cose che mi passano davanti run time, ma sempre e comunque le stesse cose mi avrebbe un pochino annoiato, mi starebbe un pò sulle scatole. Voglio guardare avanti per rifarmi almeno gli occhi.
Se la smettessimo con il balletto del gambero sicuramente sarei un pochino più felice. Se potessi definire alcuni punti immobili nella mia vita potrei essere infinitamente grata. Verso chi non lo so: il marziano? boh che cosa importa?
Vorrei solo potermi muovere senza dover rimbalzare sul confine stabilito per me da quel qualcuno che veglia sul mio benessere. A forza di rimbalzare mi sto facendo male. Caro il mio "qualcuno" occupati di qualcos'altro per un pò e lasciami evadere o devo aspettare che venga emanato un indulto?

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