Titaniche lotte e pannolini sporchi

Ieri ho preso una pausa dal lavoro. Facendo tesoro delle esperienze passate ho pensato bene di non avvertire nessuno, né a casa, né in ufficio.
Ho pensato di prendere alla sprovvista l'omino nero che rema contro il mio quieto vivere. Ma anche stavolta ho dovuto cedere le armi.
Ho capito che la mia é solo una lotta titanica contro l'avverso destino.
Ogni volta che organizzo un giorno di ferie qualcosa va per il verso sbagliato. In fin dei conti il verso sbagliato é sempre uno: mia sorella che lascia a casa mia i suoi piccoli mostri.
Ebbene, ieri mattina mi sono alzata con l'intento di dedicare tutta la giornata a me stessa.
Volevo andare a correre, fare acquisti, leggere, completare il puzzle da 1000 pezzi dei quali ne ho posizionati solo cinquanta...Invece, mentre ero in cucina intenta ad addentare un gelato al biscotto e ad ascoltare sulla 7 la buona novella mattutina sulle pensioni future mi é arrivato all'orecchio un gemito che conoscevo troppo bene.
Il pargolo numero uno era dietro la porta finestra di casa intento a ciucciare il biberon, in braccio a mia sorella tutta agghindata e pronta per andare al lavoro.
Nemmeno cinque minuti dopo e la casa si é riempita di latte schizzato fin sul tetto, pentolini vuoti, pannolini sporchi, rigurgiti e piagnistei.
Avrei potuto fuggire, ma nel frattempo mi é arrivato un bel mal di testa da mandare K.O. chiunque.
La mattina non era nemmeno iniziata ed ho capito che i programmi stavano saltando tutti, uno per uno.
Ho passato la giornata ciondolando disperata, ingurgitando tutte le possibili pasticche antidolorifiche. A proposito, quelle fast non funzionano per niente.
A voler essere propositiva qualcosa l'ho imparata. E' vero che si impara dalle brutte esperienze.
Quando mi trovo al lavoro, mi capita spesso di desiderare di stare a casa, in totale relax , a leggere un libro, disegnare, architettare chimere...Ebbene, ho capito che durante il mio soggiorno in ufficio, casa mia é una nursery piena di gente e marmocchi urlanti. Gente che va, gente che viene, chiacchiericci vari, visite di vicini e dei figli dei vicini. Insomma, un manicomio!
Oggi non vorrei essere in ufficio, agogno una giornata in totale relax, ma non ho pensato nemmeno una volta di voler tornare a casa. Non architetterò più vacanze infrasettimanali, almeno fino a quando non avrò una casa tutta per me.

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