La domenica delle poppe


Oggi mi sento stranamente impacciata. Non riesco a formulare una frase, a completare un discorso, muovere un dito. Ogni movimento mi costa fatica, come se avvessi sforzato i muscoli per tutto il fine settimana e non avessi chiuso occhio. A dire il vero ho dormito come un angioletto grazie anche alla temperatura più mite. Ieri ha piovuto per l'intero pomeriggio ed é stato bellissimo. Si respirava l'aria autunnale. So che il caldo prenderà di nuovo il sopravvento, ma finché dura il clima di adesso me lo godo interamente.

Fra quattro giorni e un'ora e mezza andrò anche io in vacanza. Come al solito starò a casa, passando il tempo ad aiutare mia madre a fare quei lavoretti che mio padre posticipa per le ferie e che poi non fa mai.

L'anno scorso ho ridipinto i balconi e le sedie della cucina, quest'anno vedremo. Almeno riesco ad essere partecipativa. Odio l'ozio.

La gente in vacanza ne approfitta per dormire più a lungo e vivere nell'ozio totale.

Io alle sette meno un quarto sono già sveglia, come se dovessi andare al lavoro e dopo mezza giornata di dolce far niente il leone assopito dentro di me inizia a ruggire.

Forse, se riuscissi ad andare via, cambiare luogo, casa, città, panorama sarebbe lo stesso anche per me. Io non spezzo nessun ritmo, la mia vita continua come al solito, con la differenza che non passo nove ore in ufficio, ma ventiquattro a casa e che pranzo al posto di cenare.

Io non torno a casa per pranzo e quindi ceno solamente, quando sono in ferie, essendomi abituata a fare solo un pasto al giorno, colazione esclusa, mangio a mezzogirno e digiuno la sera. Sono metodica e abitudinaria da fare schifo. Se qualcuno osa interferire nel mio tranquillo tram tram quotidiano divento una fiera.

Anche qui avrei da lavorare molto, dovrei essere più elastica, più morbida e invece sono rigida come una lastra di pietra e spesso fredda altrettanto.

Ieri a mezzogiorno ho rischiato l'esaurimento.

Tutti a pranzo da me: mia sorella, suo marito i suoi due pargoli, il vicino di casa... mia madre soffre della sindrome da accoglienza. Invita tutti e poi si lamenta con me che é troppo stanca. Passa intere giornata ad accudire i figli di mia sorella e poi mi viene a raccontare di essere troppo stanca per continuare così, poi, come se le sue parole fossero state dette al vento esce e va ad aiutare mia sorella con i lavori di casa.

E io che cosa sarei? Un surrogato di prete laico, credo.

All'inizio le consigliavo di pensare a se stessa, che mia sorella avrebbe bisogno di crescere un pochino e di smettere di appoggiarsi in tutto e per tutto a lei. Siccome il consiglio non é stato seguito mi limito ad assentire, tentennare, mugugnare quando lei racconta la sua estenuante giornata e invece, in testa, ripercorro tutto il repertorio di Guccini in ordine di pubblicazione.

Raccontavo del mio esaurimento...dunque...se c'é una cosa che sin da piccolina non ho mai potuto soffrire é di vedere le donne allattare i propri figli al seno in ogni luogo e davanti a chiunque.

Quel capezzolo enorme inumidito dalla saliva del pargolo e dal latte, soprattutto se visto a tavola, mi causa nausee e crisi di vomito. Invece le mamme che allattano sono fierissime di mostrare il loro mostruoso seno caseario.

Magari, per qualche maniaco libidinoso, carente di affettività materna, può sembrare una visione dionisiaca, ma per una donna nausea-dipendente é un quadretto devastante.

Per giunta, mia sorella sembra avere un solo seno: quello destro. Il sinistro é scomparso da molto tempo, da quando ha smesso di produrre latte. Mi chiedo perché doveva mostarci questa infelice visione proprio quando tentavo di mangiare il pollo fritto che mia madre adora tanto, ma che io mangio a forza con conseguente effetto ad olio di ricino?

Mio padre estasiato, quasi commosso, osservava la scena. Gli luccicavano gli occhi tanta la tenerezza suscitata dalla scena da Sacra Famiglia.

Mia sorella sforna i pargoli e poi non contenta di appiopparceli tutto il tempo, si spiaccica a casa mia proprio la domenica, il giorno del riposo, quando potrei mangiare come Dio comanda, seduta ad un tavolo e non appoggiata ad una scrivania, mangiando lentamente e serenamente e non bersagliata da immagini oscene.

Intanto, non contenta della scenografia ha iniziato a contornare la scena di gridolini deliziati: "Ma cosa vuoi piccolo pisellino mio, gattino della mamma!!! Vuoi la tettina? Eh? La vuoi la tettina?"

NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO non la vogliamo la tettina, ci fa schifo la tettina.

Ma perché ci si deve rimbambire in questo modo mi chiedo!

C'é chi non desidera vederla la tettina, o ascoltare il rumore della ciucciata. C'é chi ha le tettine solo a puro scopo decorativo, come vorrei mantenere le mie. Quando cadranno pateticamente giù sarà perché é arrivato il momento, sarò diventata vecchia e allora decorosamente non decorerò più nulla, ma per ora che io goda dei miei soprammobili!

Le mamme sono pur sempre donne, che diamine! Ma perché ci si deve ridurre così, perchè? Ditemelo!

Pensateci un pochino sopra care mamme prima di trasformarvi in ciabattone sciatte!

I pargoli cresceranno e i maschietti soprattutto abbandoneranno le vostre preziose gonne per correre appresso alle ragazzine che sciorineranno orgogliasamente tettine nuove di zecca!

Continuate ad essere donne per favore, belle o brutte non conta. La dignità di madre é cosa ben diversa che mostrarsi sbracate su una sedia con le poppe al vento.

E' anche grazie a voi che l'idea di mettere al mondo un figlio mi fa inorridire. E' colpa vostra, quindi rimediate in un modo o nell'altro. VI SCONGIURO.

Commenti

Post più popolari