Orfeo ed Euridice


E' da stamattina all'alba che ho in testa la canzone di Vecchioni: Euridice.
La canticchio incessantemente. Sarà colpa della mia melanconia lasciatami dal sogno di ieri notte?
Così, stamattina ho scelto un'immagine di Orfeo ed Euridice, proprio nel momento nel quale Orfeo si volta a guardarla per poi perderla per sempre.
E' quello che ho fatto io ieri notte nel sogno. Ho dovuto arrendermi e voltarmi per lasciare fuggire quell'immagine per sempre.
Orfeo ha dovuto lottare contro se stesso per non voltarsi, io ho dovuto lottare contro me stessa per poterlo fare.
Alla fine il risultato rimane uguale, é stato lo stesso un addio.
Euridice é rimasta nel regno dei morti al quale oramai apparteneva. Il mio sogno l'ho dovuto uccidere facendomi forza.
Era tutto troppo campato in aria, non c'erano segni, manifestazioni che lasciassero presagire il contrario.
Ho deciso di tagliare tutti i rami sterili e di lasciare spazio alle gemme per poter permettere loro di sbocciare. Poco importa se risulteranno essere piccoli bonsai.
Eppure, un'immagine continua a prendere il sopravvento, una sensazione provata in sogno e mai nella realtà, ma che risulta essere talmente reale da togliere il fiato.
Chissà per quanto tempo ancora e se sfumerà mai.

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