Il cassetto dei miei sogni incompiuti


Ahimé! Ah vita! di queste domande che ricorrono,
degli infiniti cortei senza fede, di città piene di sciocchi,
di me stesso che sempre mi rimprovero
(perché chi più sciocco di me, e chi più senza fede?)
di occhi che invano bramano la luce,
di meschini scopi,
della battaglia sempre rinnovata,
dei poveri risultati di tutto,
della folla che vedo sordida camminare a fatica attorno a me,
dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato in tanti nodi....
Questa é parte di un poema di Walt Whitman, ovviamente non l'ho inventato io altrimenti non starei qui a piangermi addosso, ma siederei in cattedra ad illuminare le menti dei miei alunni aspiranti poeti e scrittori.
Semmai un giorno dovessi decidermi ad avere un figlio cercherei in ogni modo di fargli comprendere a tempo qual é la sua strada. Con me nessuno lo ha mai fatto e mi ritrovo a ciondolare in attesa di qualcosa che accada, ma che non accadrà mai.
Perché c'é sempre un tempo per ogni cosa come dice Qoelet e non Fossati, per carita!
Il problema é capire adesso il mio tempo quale sia.
Mi sento proprio come questo quadro di Magritte. Io terrena, passeggio con i piedi ben ancorati, ma su sogni che sono più deboli di un pavimento di nuvole. E chiacchero e sogno e parlo di quello che vorrei e che mi piacerebbe fare, ma non c'é nessuna strada definita da percorre. C'é solo un cielo pieno di paffute nuvole bianche che rapprensentano l'inconsistenza della mia vita.
Premetto, non é una considerazione pessimista della vita, ma una visione realistica del mio fallimento.
Ti suggeriscono sempre di inseguire i sogni, ma questo é possibile se i sogni sono gratis
Se si fa fatica ad arrivare a fine mese come si può credere di poter dare compimento ad un progetto che tieni custodito da tempo dentro di te se non hai nemmeno la possiblità di inizarlo.
I miei sogni li tiro fuori dal cassetto alla fine di ogni estate. Me li cullo un pochino, li accarezzo, poi li ripongo di nuovo dentro fino alla prossima estate. Così anno dopo anno finché un giorno non mi accorgerò che per accarezzare il passato ho perso il presente ed é troppo tardi aspettare il futuro.
Io osservo i ragazzi che vanno avanti per la loro strada, spianata e tutta in rettilineo. Li paragono a me ragazza piena di speranze e senza possibilità. Se non mi avessero tagliato le ali avrei spiccato un volo altissimo o magari sarei precipitata giù solo dopo pochi metri, ma questo non lo saprò mai.
Ed é questa incertezza che mi divora dentro ogni giorno, che mi porta a pensare o provare sentimenti dei quali mi sento in colpa, ma che non riesco a scacciare via.
Se solo un sogno si avverasse potrei finalmente buttare la chiave di questo maledetto cassetto che ogni anno mi causa sofferenza.

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