Gli uomini piccoli

Appena possibile andrò a vedere il film "Giorni e Nuvole" anche se la scelta di raccontare la discesa nel baratro lavorativo di una famiglia borghese mi infastidisce un pò.

Forse sarebbe stato il caso di raccontare chi non deve preoccuparsi di piombare nel burrone del precariato, perché é nato e morirà tale.

Il dramma dei piccoli borghesi mi tocca fino ad un certo punto, ma é forse grazie ai loro drammi che qualcuno inizia a smuovere le acque.

A volte penso che i problemi diventino tali solo se vissuti da chi sta più in vista, da chi ricopre un ruolo privilegiato. I problemi degli altri, degli invisibili, non interessano nessuno.

Solo adesso ci si accorge che un lavoro dignitoso non esiste e si tirano fuori i call center, i pony express, i fattorini, i camerieri e così via. Come se un lavoro per essere dignitoso dovesse necessariamente svolgersi dietro ad una scrivania con uno stuolo di segretarie attorno.
Raccontare di chi é stato in vetta e deve affrontare l'umiliazione di chiedere il lavoro all'ex socio, é una scelta snob. Ogni giorno milioni di persone vedono sbattersi in faccia numerose porte, spesso da chi ricopre posti di privilegio.
Snob é raccontare l'amarezza e il senso di svuotamento di chi deve abbandonare i sogni di chi ha sempre avuto tutto e la possibilità di raggiungerli per trovare un lavoro permetta di sopravvivere.
I sogni li hanno tutti. Qualcuno sogna cose più grandi altri si accontentano di sognare in piccolo, forse perché sono limitati o perché hanno paura di osare, di rimanere delusi.
Indipendentemente dal ruolo sociale si sogna e si aspira a qualcosa di migliore, di risolutivo o semplicemente alla serenità.
Io avrei preferito raccontare il disagio di un uomo piccolo piccolo. Un uomo invisibile che non esiste agli occhi della società. Perché tutto oramai deve essere misurato con il metro del possesso.
Gli uomini piccoli sono quelli che vivono le tragedie grandi e le affrontano con umiltà e disperazione e purtroppo con rassegnazione. Perché nella storia degli uomini piccoli nessuno ha mai scritto una pagina che raccontasse di loro grandi vittorie.
Così mi torna in mente il libro di Vittorini, il libro che in assoluto amo di più, Conversazione in Sicilia. E mi tornano in mente gli strambi personaggi:
Calogero, l’arrotino del paese e i suoi "Coltelli e Forbici"
Porfirio e la metafora dell' acqua viva, la sua rassegnazione.
Ezechiele e il suo pensiero del mondo offeso, dell'uomo schiacciato dalla vita
La scena dell'osteria, quando dopo aver bevuto il vino cadono tutti in un sonno profondo. Tutti, tranne Silvestro che rifiuta di bere, perché non bisogna rassegnarsi, chiudere gli occhi, evitare di reagire. Come succede adesso. Abbiamo tutti chiuso gli occhi e siamo scivolati in un sonno profondo e degli uomini piccoli non ce ne importa più nulla.

Commenti

  1. Ciao, attraverso 1000 giri contorti sono arrivata qua….
    Ho trovato il tuo blog molto interessante, a tratti divertente e zeppo di profonde riflessioni. Brava! In alcune cose che hai scritto mi sono ritrovata parecchio ma la cosa che mi ha davvero sorpreso è capire che abiti nella mia stessa città..... Ammappete!!! Non solo il mondo è piccolo ma anche il web!!!
    Tornerò a leggerti...
    Un saluto

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