Ho letto un comunicato che illustrava le liste locali per le primarie del 14 ottobre per il Partito Democratico.
A fine comunicato leggo:
Possono votare tutti i cittadini dai 16 anni in su. Basta presentare la carta di identità e, per chi vota, il certificato elettorale e versare un modesto contributo di un euro, firmando inoltre una dichiarazione con la quale si aderisce ai valori del PD.
Non conoscendo in pieno i valori del PD ho fatto un’accurata ricerca su Google e sono andata a finire sul sito dell’Ulivo che pubblica IL MANIFESTO PER IL PARTITO DEMOCRATICO.
Sfidando il sonno sono riuscita ad arrivare fino in fondo. Il contenuto romantico mi ha fatto salire i valori di glicemia.
Leggo: “L’Italia é un paese bloccato, smarrito, che rischia il declino. Il senso civico appare inaridito e il rispetto della legalità è troppe volte umiliato”.
Il senso civico dovrebbe essere già innato in ogni essere umano, al di là della classe politica al potere.
Il senso civico inizia con il rispetto delle persone e delle cose che ci circondano, ma non necessariamente ci appartengono. Tale rispetto non deve essere garantito da un partito politico, anzi, dovrebbe essere un dato di fatto, un’azione naturale, come respirare, mangiare, bere, dormire. Comunque, ho riletto il manifesto, ma non ho trovato un programma vero e proprio. Solo belle parole, ma sempre e solo parole.
Perché la nascita del PD dovrebbe rappresentare un evento che passerà alla storia? In fondo, non tutte le cose che fanno storia sono fatti positivi.
Combattere l’antipolitica. In una società civile non è concepibile l’inesistenza della politica, di regole di comportamento. Solo che non siamo di fronte ad un’antipolitica attiva, ma passiva. Svegliare le coscienze assopite penso sia una titanica lotta.
La mia coscienza non è assopita, è titubante. Sono ancora con un euro in mano, indecisa se contribuire o meno. Mi sento come se avessi avuto tutto il tempo a disposizione per preparare un esame, ma ci avessi pensato all’ultimo momento a darmi da fare. Impossibile fare entrare tutto un programma in testa in pochi giorni. Non posso nemmeno presentarmi alla prossima sessione. Lo ammetto, sono impreparata, dubbiosa e scettica.
Di solito vado a sensazioni e se dovessi dargli ascolto anche stavolta, domenica rimango a casa.
Il problema si presenta se do ascolto alla testa. In questo caso mi nascono i dubbi.
Inutile, sono figlia del qualunquismo, della sciatteria del pensiero, della mancanza di impegno sociale e civile. O sono troppo diffidente.

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