Le virtù

In un dialogo di Platone Menone parla con Socrate e gli chiede:
" Puoi dirmi, Socrate se la virtù é insegnabile? O non é insegnabile, ma può essere acquisita con l'esercizio? Oppure é presente negli uomini per natura o in qualche altro modo?"

Dopo una serie di domande e risposte del tipo: "Oh Menone, Oh Socrate, Oh Menone, Oh Socrate" alla fine Socrate dice: "La virtù ci appare presente per sorte divina in coloro nei quali sia presente, ma lo sapremo con certezza allora, quando, prima di cercare in quale modo la virtù sia presente negli uomini, ci aggingeremo a cercare la cosa in se stessa e cioé cosa sia mai la virtù".

Se la virtù fosse una persona fisica sarei capace di compiere chilometri a piedi per poterla interrogare. La virtù é tante cose assieme. Se per virtù intendiamo la capacità di qualcuno nel compiere qualcosa, nell'eccellere, nel realizzarsi come persona, allora io non sono una virtuosa. Se, però, consideriamo la virtù come perserveranza nell'affrontare i fatti duri della vita che ci formano il carattere allora anche io sono una virtuosa.

Ho letto sull'argomento quasi tutto il fine settimana, se escludo la Domenica mattina perché ho lavorato (in questo caso sono stata virtuosa). Il mio cruccio é che vorrei essere piena di virtù, ma siccome sono a conoscenza dei miei limiti, mi accontenterei di possederne solo qualcuna.

In particolare mi ha colpito questo dialogo fra Socrate e Menone, non solo per il contenuto, ma per le fantasie che mi ha suscitato. Ho immaginato questi due che passeggiavano per le strade della città sottobraccio, non avendo nulla da fare ragionavano sulla virtù, perché Menone era seriamente angustiato e voleva che qualcuno gli chiarisse se le virtù fossero tante o una sola, se differenti quelle dell'uomo da quelle della donna e dei bambini. Come diventa facile essere profondi quando non si deve guadagnare la pagnotta. Ho poi letto che il povero Menone é stato fatto a pezzettini e allora ho riconsiderato la faccenda... Certo pur volendo essere profondi non é che adesso per strada si può incontrare Socrate o Platone.

I dispensatori del sapere umano della mia città sono andati in vacanza, se sei fortunato incontri una coppia di ubriachi che filosofeggiano sul senso della vita da mattina a sera . Qualcuno scrive pure stupide poesie e rilascia interviste alle emittenti locali. Mah!

Oggi, ho fatto una breve passeggiata per comprare il giornale. Stavo riflettendo su quello che avevo finito di leggere stamattina (continuo a svegliarmi puntualmente alle sei meno un quarto) e mi interrogavo seriamente sulle virtù. Il problema non riguarda me, mi sa che c'é moria di virtù in giro e basta.

I due signori che ho incontrato in edicola non erano virtuosi, non avevano il barbone di Platone e la sua saggezza. Erano vestiti bene, incravattati, parlavano in italiano, ma erano gusci vuoti. Uno doveva portare il Mercedes (badate bene, Mercedes non automobile) per il cambio olio, l'altro si ostinava con un mazzo di gratta e vinci e si lamentava dell'euro, di Prodi e dell'italia della DC che era meglio non avessero toccato.

Ho pensato come sarebbe stato carino prenderli sottobraccio e iniziare a discutere con loro:

Io: "Oh signori, signori, la virtù é insegnabile o è dono Divino?"

Signore uno: " Per Zeus, non sapremmo mica. Forse siamo indovini?. Tali fossimo scruteremmo l'elenco dei gratta e vinci per afferrare quello baciato dalla dea Fortuna"

Signore due: " Su queste cose parli bene oh saggio amico!"

Signore uno: " Dunque queste opionioni si trovano anche in te oh mio caro amico"

Signore due: " Quel che dici é vero e lo confermo. Ora é tempo che io vada oh amico mio, persuadi tu la eterea fanciulla di queste cose delle quali anche tu sei persuaso. Se riuscirai a convincerla può darsi che tu le renda un servigio che ti faccia onore".

Io: "Oh Signore due, lei mi sta indicando la strada da seguire di colui che crede maestro, ma si da il caso che dica aberranti sciocchezze".

Le mie fantasticherie sono state interrotte dall'edicolante perché era arrivato il mio turno.

Avrei voluto comprare un gratta e vinci, ma alla fine ho rinunciato. Destino le due euro al mio fondo viaggio Bretagna perché forse é meglio ricercare la virtù in un viaggio che possa aiutare a riconciliarsi con se stessi piuttòsto che affidarsi nelle mani della dea fortuna che oltre ad essere poco affidabile é pure bendata.

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