Considerazioni del lunedì


Se fossi uno di quelli che stava dietro Berlusconi nella foto scattata durante la riunione del parlamento del Nord, vedendomi ritratto sul giornale credo che non uscirei più di casa.
Ridere delle battute sui comunisti, della frasetta stampata sulla maglietta regalata al cavaliere da un redivivo Bossi, mi fa pensare ai bambini che ridono delle barzellette sulla cacca e agli adolescenti che ridono delle barzellette spinte.
I bambini, però, crescono così come gli adolescenti. Il problema rimane per gli altri che continuano a ridere delle stesse cose e a fare ironia di bassa lega.

Il cavaliere promette un'Italia libera, democratica e poi gigioneggia alla riunione del parlamento del Nord. Del resto, se non sbaglio il termine gigione, l'ho letto in un blog davvero carino, dovrebbe essere nordista di nascita e deriva da un certo Gigiun, un cantante scarso, ma che dava la colpa del suo insuccesso non alla sua carenza canora, ma all'invidia della gente che complottava contro di lui.
Se facciamo due più due (magari Gigiun non cantava sulle navi).....

Ma non allontaniamoci neppure tanto. Rimaniamo sull'isola o meglio nella mia città.
Ultimamente tutti vogliono "occupare, fare rivoluzione, insorgere". Queste belle gesta vorrebbero farle proprio chi ha sempre contestato alla sinistra di essere troppo amante delle rivoluzioni.
Anche il caro Lombardo di Mpa vorrebbe occupare qualcosa e ha pensato bene di voler occupare la Camera dei Deputati per contestare la volontà di chiudere la società dello Stretto di Messina.
Forse, ha nostalgia del sessantotto. Forse vuole provare in tarda età l'ebbrezza della contestazione e siccome é troppo vecchio per tornare sui banchi di scuola lo vorrebbe fare fra i banchi della camera.
Per mantenere il clima assai allegro Lombardo ha presentato il nuovo arrivato, con la sua faccia a culo di bebè. Fra tutte le castronerie che sono state dette vale la pena di citarne una: " Nessuno creda di utilizzare il partito per proprio tornaconto. Verrà cacciato immediatamente. Il nostro é un partito aperto e democratico". Allora dove andranno a breve Minardo e i suoi fedelissimi?
Mi sa che ne vedremo delle belle.
Intanto seguo a distanza la nascita del Partito Democratico. Sono un pochino scettica. Vorrei che davvero, stavolta, si trovasse il coraggio di cambiare le cose. Vorrei veramente che almeno una volta si riuscisse a portare avanti le idee e i progetti e non cambiare rotta al primo ostacolo, al primo mormorio di dissenso.
Vorrei una classe politica veramente coraggiosa e meno cerchio-bottista.
Un mio collega sulla mia stessa linea politica ha deciso di appoggiare il Pd. Io resto ancora ferma cercando di capire. Forse ho sbagliato a dirgli che secondo me si era imborghesito un pò troppo, ma vorrei che qualcuno mi illustrasse meglio i motivi a costo di restare a parlare un giorno intero.
Sento ancora che qualcosa non mi convince. Forse non sono gli altri ad essersi imborghesiti, ma io resto ancora innamorata di un ideale che nella società di oggi non può esistere più.
Sarà.
Mi ricordo che da bambina ascoltavo lo zio di mia madre raccontare della seconda guerra mondiale, di quando é stato fatto prigioniero. Raccontava pure di mio nonno, un nonno che non ho conosciuto e che nemmeno mia madre ricorda perché é morto quando lei aveva tre anni. Chi mi racconta di lui ne parla come di una persona speciale. Anche lui ha fatto la guerra, é stato fatto prigioniero ed é tornato a casa a piedi. Ho ereditato una spilletta del PCI che apparteneva a lui. La conservo come una reliquia. Non é per l'appartenenza politica, ma per l'amore che provava lui per la politica, la passione che metteva nei suoi discorsi e nelle pochissime cartoline che mandava a mia nonna (nemmeno questa conosciuta, purtroppo).
Passione che io non trovo più in giro, che non ha mia madre, disinteressata completamente all'argomento, né in mio padre, per giunta di destra. Passione che nessuno mi ha trasmesso.
Forse sono fuori tempo, ma non riesco a turarmi il naso per fare la scelta che implica il male minore. Preferisco non scegliere e basta, almeno fino a quando non mi si presenteranno delle motivazioni talmente forti da convincermi a rielaborare le mie convinzioni. Per adesso resto ferma a guardare.

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