Sola me ne sto ad osservare
Che bello stare in disparte a guardare. Il problema è che ci si é scordati di me, ma non é una grossa pecca.
E' un pò come andare al teatro, stare seduti su una morbida poltrona e lasciare che altri facciano lo spettacolo.
L'unica parte attiva che svolgo é quella di raccogliere gli oggetti smarriti, le cartacce sul pavimento lasciati dagli attori dopo la recita.
Su ogni pezzetto raccolto é scritto in modo nitido l a loro appartenenza ad un periodo confuso dove quello che é materiale viene mascherato per convenienza da una spessa coltre di ideologie e buoni sentimenti. L'idea l'ho rubata al personaggio di un racconto. Un vecchietto che andava in giro a recuperare la spazzatura lasciata in giro. Ammetto che i fini sono diversi e a me serve soprattutto per continuare a vivere nella mia "repubblica a parte" come mi ha accusato ieri il mio caro collega.
Il fatto é che vivendo nella mia repubblica, sono io a dettare i punti della costituzione, a me spettano le decisioni e i meriti, come pure i demeriti. Mi fido di me stessa non perché penso di essere perfetta, ma perché mi conosco e so cosa aspettarmi e cosa no dalle mie azioni.
E' impossibile vivere in un mondo a parte (altra accusa mossami, ma da altra persona) e questo lo so, ma posso sempre limitare i danni e cercare di vivere nel mondo di tutti il meno possibile. Soffro di una forma di psicosi? E chi lo sa! Nessun pazzo sa di esserlo.
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