Da "Siamo tutti in Pericolo"
Il due Novembre non é solo la ricorrenza dei morti, ma anche quello della morte di un vero intellettuale. Pierpaolo Pasolini.
Non mi piace come scrittore, né come poeta o come regista, ma mi piacciono i suoi interventi.
Ne riporto uno, particolarmente attuale e lucido come pochi adesso riescono a fare:
"Il potere è un sistema di educazione che ci divide in soggiogati e soggiogatori. Uno stesso sistema educativo che ci forma tutti, dalle cosiddette classi dirigenti, giù fino ai poveri. Ecco perché tutti vogliono le stesse cose e si comportano nello stesso modo. Se ho tra le mani un consiglio di amministrazione o una manovra di Borsa uso quella. Altrimenti una spranga. E quando uso una spranga faccio la mia violenza per ottenere ciò che voglio. Perché lo voglio? Perché mi hanno detto che è una virtù volerlo. Io esercito il mio diritto-virtù. Sono assassino e sono buono...
Quello che impedisce un vero dialogo con Moravia, ma soprattutto con Firpo, per esempio, é che sembriamo persone che non vedono la stessa scena, che non conoscono la stessa gente, che non ascoltano le stesse voci.
Per voi una cosa accade quando é cronaca, bella, fatta e impaginata, tagliata e intitolata. Ma cosa c'é sotto?
Qui manca il chirurgo che ha il coraggio di esaminare il tessuto e di dire: signori, questo é cancro, non é un fatterello benigno. Cos'é il cancro?
E' una cosa che cambia tutte le cellule, che le fa crescere tutte in modo pazzesco, fuori da qualsiasi logica precedente.
E' un nostalgico il malato che sogna la salute che aveva prima anche se prima era uno stupido e un disgraziato? Prima del cancro, dico. Ecco prima di tutto bisognerà fare non solo quale sforzo per avere la stessa immagine. Io ascolto i politici con le loro formulette, tutti i politici e divento pazzo. Non sanno di che Paese stanno parlando, sono lontani come la Luna. E i letterati. E i sociologi. E gli esperti di tutti i generi".
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