And then so clear to wonder, to wake with open eyes…


E’ finalmente arrivato il mio adorato inverno accompagnato dai suoi bei colori: grigio perla, bianco latte, indaco. La mattina è uno spettacolo assistere alla nascita del nuovo giorno dal finestrone di casa mia che sta proprio di fronte al mio letto. Questa è l’unica cosa che mi mancherà quando andrò a vivere nella mia nuova casetta.
Certi giorni mi sveglio con uno stato d’animo migliore del solito. Riesco ad apprezzare le piccole magie del vivere quotidiano. Ci vorrebbe solo una rosa e la mia vita cambierebbe, ma questa è un’altra storia.
In questo periodo non ho molti motivi per i quali rallegrarmi, ma aspetto lo stesso il Natale con una disposizione d’animo diversa dal solito. Conto i giorni che mi separano dalla vigilia, sarà perché questo è il primo Natale che passerò a casa mia e mi sto divertendo ad organizzare tutto nei minimi dettagli. La sera della vigilia ci saranno le candele, le luci soffuse, l’albero, il presepe, il sottofondo musicale, il camino acceso e spero tanta serenità. Poco importa se dovrò accontentarmi di una cena quasi in bianco quello che conta è che tutto vada come deve andare.
Certo, continuo lo stesso a sentirmi impotente, non come Provenzano, per carità, anche perché sono una donna, ma perché non riesco ad aprirmi un varco che mi permetta di sciogliere questo grumo che mi impedisce il normale fluire delle cose. A forza di spingere per crearmi uno spazio finirà che prima o poi il macigno si sposterà ed io finirò rovinosamente a faccia in giù.
Oggi non ho proprio voglia di rimanere in ufficio, continuo a guardare fuori dalla finestra e la mia fantasia galoppa verso altri paesaggi.
Cederei tutte le ferie estive in cambio di pomeriggi invernali liberi. Mi piacerebbe passeggiare durante le prime ore del pomeriggio, a piedi, rigorosamente senza automobile, passare da un giornalaio e comprare una rivista, entrare in una dolceria e comprare dei biscotti che non mangerei, ma fanno scena. E poi, a seguire, le torrefazioni. Adoro i negozi che vendono caffè, c’è sempre un buonissimo odore e tante caramelle colorate. Strana passione, considerando il fatto che non bevo caffè.
Andrei pure alla novena natalizia. In questo periodo anche la messa diventa più festaiola. Le messe feriali sono spesso poco frequentate a parte qualche vecchina e non ci sono i cantanti della domenica che si sgolano a cantare il Gloria. Poi farei ritorno a casa e preparerei una torta. Altro particolare strano, non mangio molti dolci, ma preparare le torte mi mette allegria.
Oppure mi piacerebbe aiutare le maestre con le recite natalizie dei bambini. Mi divertirei da morire. Io mi diverto a giocare con i bambini, con loro dimentico di essere già abbastanza cresciuta, è come se non avessi dimenticato di essere stata bambina anche io, cosa che gli adulti invece fanno sistematicamente. Anche in questo caso sono strana, mi piacciono i bambini, mi piace giocare con loro, ma non anelo a figli miei.
Sono una contraddizione vivente, ma nessuno è spudoratamente bianco o nero, ognuno ha le proprie sfumature più o meno accentuate.
Mi piace l’inverno, mi imbacuccarmi con la mie sciarpone, sentire l’aria fredda che mi fa arrossare il naso e le gote e mi diverto quando escono le nuvolette dalla bocca come nei cartoni animati. E’ bello dopo essere stati fuori riscaldarsi con una tazza di the bollente, forte, con una fetta di limone e una piccola fogliolina di menta. E a seguire le pantofolone a forma di animaletti, i piagiami con i pon pon, le docce calde e non si suda mai!!! Dipendesse da me allungherei l’inverno di almeno altri tre mesi.
In inverno tutto appare sotto un’altra luce. Tutto sembra più bello, gli alberi, i campi, le case persino i panni appesi fuori dal balcone.
Ma io sto divagando, sto cercando di evitare il brusco ritorno alla realtà. Qui dentro, estate o inverno poco importa. Il lavoro è sempre quello, come uguali sono il suono del telefono e le richieste dei clienti. Uguali sono le mie arrabbiature, le mie insofferenze, la mia voglia di evadere e il desiderio di poter svolgere un lavoro meno snervante. Se solo le mie tragedie si svolgessero nello stesso arco di tempo di quelle dei bambini!

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