Voilà que je reviens
E' stato un fantastico Natale. Tutto si é svolto come ho sempre desiderato.
E' andata bene già da Sabato scorso, il pranzo aziendale é stato divertente e la cena della vigilia ... per descrivere quella avrei bisogno di inventare parole nuove per non sciupare tutto con le solite frasi fatte.
Già, quest'anno sono riuscita a realizzare il mio desiderio.
Poco importa, adesso, come passerò la vigilia di capodanno, a quella non tengo particolarmente.
E comunque, l'inverno mi mette sempre di ottimo umore. Vabbé non esageriamo. Essere di buon umore per me é un evento raro, però ammetto che questa stagione assopisce di molto i miei oramai noti malumori.
Peccato che qui non cada la neve. E' accaduto solo due volte. La prima volta ero troppo piccola per ricordare bene, la seconda ero troppo impegnata a spalarla per poter entrare in auto e tornare a casa sana e salva per godermela pienamente. Però le palle di neve le ho fatte, le ho tirate e sono pure scivolata con il sedere per terra.
Chissà se esiste un posto dove l'estate non arriva mai. Mi sa che ci vivremmo in pochi, ma in pochi, l'ho sempre detto, si sta molto meglio.
Mi aspetta un anno bello pieno e faticoso, più faticoso degli anni passati. Spero soltanto che fra queste fatiche ci sia anche la possibilità di poter andare finalmente a vivere in modo definitivo nella mia casetta. Vedremo.
Non ho vissuto per niente il Natale cittadino, quello composto da presepi viventi, mostre e mercatini, per intenderci. Ho preferito passarlo nella più totale quiete casalinga e ho scoperto che se rimanessi a casa, a casa mia, non mi annoierei per niente, anzi!
Per non dispiacere troppo la zia ho deciso di pranzare il venticinque a casa sua. Sono state le uniche due ore perse di tutti i cinque giorni di vacanza.
La mattina del venticinque, invece, ho deciso di andare a vedere dove si trovava il monolocale che questa mia zia ha deciso di lasciarmi in eredità.
Trattasi di un monolocale di nuova costruzione, non é neppure finito, mancano gli ultimi orpelli, che ne so, un Angelo che spezza le catene, una Madonnina che prega, il Sacro Cuore di Gesù con le tre dita alzate a simboleggiare la Santissima Trinità.
Per il resto é quasi abitabile, di sicuro più di casa mia adesso che é in piena ristrutturazione.
Nello stesso momento nel quale ho visto questo bel loculo facente parte di un condominio di cinque piani, ho deciso di accelerare le pratiche della mia cremazione.
Il cimitero si sta estendendo a perdita d'occhio. Un giorno ci alzeremo dal letto, apriremo la finestra e ci troveremo di fronte un loculetto fresco fresco. I morti ci verranno a fare visita, prenderanno il caffé con noi e parleremo del tempo quando ci capiterà di affacciarci dal balcone per battere i tappeti. Tutte incombenze fastidiose che a loro non riguardano più.
Ma perché si sente tutta questa necessità di spendere montagne di soldi per comprare questi buchi orridi? Non sarebbe meglio una buca nel terreno? Mah!
Alla fine ho scattato alcune foto e le ho fatto vedere alla mia mamma che credendo di vedere le foto nuove del nipotino non é stata molto contenta della sorpresa.
In questi giorni ho pure mangiato e bevuto, evento alquanto raro e devo dire che le uniche conseguenze sono state un paio di brufoloni che devastano il mio etereo visetto , ma che mi rendono molto natalizia.
Ho volutamente evitato di approfondire questioni politiche ed economiche per non guastarmi il sangue salvo qualche fesseria che mi é toccato sentire mio malgrado.
In questa fase di nirvana proverò a restarci fino alla fine dell'anno sperando che chi proverà a guastarmi l'atmosfera abbia da vivere un tribolato 2008.
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