Il tempo degli Addii o degli Arrivederci?



Può capitare nei momenti di tumulto interiore, quando nulla va per il verso giusto, che un evento anche se non riguarda direttamente noi o le persone a noi vicine, ci aiuti ad arginare le nostre tempeste interiori e a dare ad ogni problema che ci tormenta il peso che merita.
L’evento al quale mi riferisco è la Morte. Ne scrivo il nome in maiuscolo perché credo sia necessario portarle il rispetto più assoluto. La Morte è tanto tragica quanto ingiusta anche se in questa ingiustizia non c’é nulla di calcolato preventivamente. La Morte, come la fortuna, non guarda in faccia nulla e nessuno.
Oggi è morto un ragazzo che conoscevo, non era mio amico, lo conoscevo poco e il nostro rapporto si basava su rarissime frasi e solo sui saluti di circostanza. Era ancora giovane, mio coetaneo, sposato da soli sei mesi e per giunta in attesa di diventare papà. La sua morte, come la morte di tante altre persone, non troverà mai una giustificazione.
Davanti a fatti come questo ci accorgiamo, se non siamo direttamente impegnati a lottare contro tale dolore, che spesso attribuiamo un valore errato alle cose, che diamo per scontato il fatto di esserci sempre e per sempre, come noi anche le persone alle quali vogliamo bene.
Però così non è e da parte mia non potrei sopportare di sopravvivere alle persone che amo di più. Non è coraggio, parvenza di santità, è solo egoismo. La paura di essere lasciata sola, di perdere i miei punti di riferimento, di ricominciare e reimpostare la vita in un altro modo.
Non credo sia giusto morire così, senza il tempo di salutarsi, di chiarire, di rassegnarsi non credo, questo non potrebbe accadere mai.
Queste cose mi fanno arrabbiare con Dio. Perché la morte, pur nella sua imparzialità, non fa una scrematura sull’età? E’ triste pensare a questo ragazzo, a tutti gli altri ragazzi come lui, che sereni e fiduciosi per aver raggiunto gli obiettivi si sono fatti fregare così.
Spesso ho paura a desiderare di vivere nella più piatta serenità. Temo che accada, che debba accadere per forza qualcosa che mi costringa a scuotermi. Per questo preferisco mille volte avere la testa impegnata in mille tumulti, almeno se arriva la morte non mi frega, non mi ruba nulla, scioccamente penso di averla fregata io.
Però non voglio chiudere il post con questa vena di tristezza. Vorrei tanto raccontare di un fatto felice, allegro, sciocco, che mi tiri su. Però non riesco ad essere leggera come vorrei, credo che la mia proverbiale scorza dura si stia assottigliando come i miei ex bei capelli.
Inutile avere paura, se Lei decide di arrivare non ci sono barriere da alzare, tattiche di guerra da inventare. Arriva e ti porta via. Spero solo che ad aspettarmi dall’altra parte ci siano i nonni che non ho conosciuto o l’amica che ho perso ai tempi delle superiori.
Capisco adesso cosa significa godere delle cose che si hanno e prendere quello che c’è da prendere prima che sia troppo tardi.
Basta adesso!
Se devo prendere quello che c’è da prendere prima che sia troppo tardi devo pensare meno e muovermi più in fretta. A questo punto non mi resta che salutare.

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