Postal


Señoras y Señores hemos llegado al terminal…
Approfitto del corso di spagnolo che mi impartisce quotidianamente il mio compagno di stanza prima che vada via. Ammetto di non essere una brava studentessa. Ho fretta di diventare autonoma e tralascio le cose fondamentali.
A dire il vero volevo continuare ad imparare il Bretone, ma per ora le uniche cose che so dire e scrivere sono: Dove si trova il municipio, Quanto costa, Giri a destra e Giri a Sinistra, Quale strada devo prendere per raggiungere il faro di …
Siccome è una lingua abbastanza complicata mi sono fermata qui, ma non è detto che non riprenda, magari mollando baracca e burattini e trasferendomi in loco.
Il mio collega va a lavorare in Sudafrica non è detto che io non possa andare a lavorare in Bretagna! Non so a cosa possa servire la mia esperienza lavorativa in Bretagna, ma penso che anche li ci si occupi di antincendio e sicurezza, spero.
Nei giorni precedenti sono stata volutamente latitante. Mi è arrivata alle orecchie una notizia che non sono riuscita a digerire nemmeno adesso che ho aspettato di fare sbollire la rabbia per evitare di parlarne a caldo e fare uscire dalla mia bocca, o per meglio dire dalla mia tastiera, parole e commenti poco carini verso coloro che sono la causa della mia indigestione.
Se prima pensavo che codeste persone fossero solo arroganti e inutilmente prese di se adesso capisco, invece, che la loro arroganza non deriva dal fatto di credersi esseri superiori, ma semplicemente è la loro reazione nel cercare di neutralizzare il malessere che hanno dentro, malessere che deriva dal fatto che sanno di essere solo mezze tacche e se venissero a mancare loro i sostegni ai quali hanno fatto sempre affidamento crollerebbero uno dopo l’altro come castelli di sabbia in una giornata di forte vento. Ho deciso che non dirò o farò nulla contro di loro e in entrambi i casi potrei fare qualcosa, ma resterò con le mani in mano in attesa della loro autodistruzione che non tarderà ad arrivare. Sono sicura che sarà la loro stessa arroganza la causa della loro fine. Quella stessa arroganza che li portava a pensare di distruggere se non me, le mie idee.
Una bella frase recita: Odiare l'oppressione, ma temere gli oppressi. A questo non aggiungo altro.
Certo, a pensarci bene mi chiedo perché degli elefanti così grossi e pasciuti hanno avuto tanta paura di un topolino.
Fossi Dio per un giorno cancellerei il ghigno di penosa soddisfazione stampato sulle loro facce a culo di gallina. Mi chiedo se si guardano mai allo specchio con gli occhi della coscienza.
Costringerei i viscidi incravattati che inquinano la mia città con le loro auto di lusso e maggiormente con le grosse stronzate che escono dalle loro bocche, che dettano le regole, ma non le rispettano, che pensano e sono arcisicuri di poterle trasgredire per diritto acquisito dal ruolo che svolgono, a cantare pubblicamente in piazza la canzone di Barry White: Practice What You Preach. Che almeno si guadagnassero la loro ora di celebrità.
Cancellerei la grossa menzogna che tutti i politici di qualunque orientamento ci raccontano: la necessità di rappresentare gli interessi orizzontali dei gruppi, del singolo, delle varie classi sociali quando invece è solo la scusa per difendere e allargare il proprio territorio, di occuparsi dei proprio interessi.
Mai più tutele in cambio di voti, al posto di lavoro in cambio del voto. Basta con questo circolo vizioso. Che si inizi a rischiare e pretendere le cose perché spettano.
Basta pure a tutte queste schiene piegate e la lingua penzoloni a leccare i piedi del politico di turno che promette mari e monti in tempi rapidissimi, vendendo le stesse cose alle quali si avrebbe diritto di ottenere gratuitamente ed in cambio pretenderebbero rispetto, devozione e pure i dovuti ringraziamenti. Preferirei mille volte pagare questo conto in denaro piuttosto che svendere la mia dignità.
Manderei a casa quelli che dicono una cosa e la negano l’indomani. Li manderei a casa assieme a quelli che per un pugno di voti in più elemosinano dialoghi e accordi proprio con chi assicura una cosa e l’indomani fa tutto il contrario, sempre e solo per tutelare il proprio interesse.
Certo non bisognerebbe puntare così in alto per ottenere facilmente tutto questo. Non serve ambire a poteri paranormali. Basterebbero del buon senso, un po’ di dignità, di coerenza, qualche grammo di senso di giustizia. Una ricetta semplice, purtroppo archiviata per lasciare spazio all’arrivismo, al rampantismo e al clientelismo. Tutte belle qualità che vengono manifestate giornalmente dalla gente che comanda e dai loro miseri servi. Alla fine, gli unici ad arricchirsi grazie a tutte queste schiene piegate saranno i medici che avranno il loro bel daffare a prescrivere antidolorifici e antinfiammatori per curarne i dolori. Almeno per qualcuno tutto questo scempio sarà servito a qualcosa.
La mia città dentro ha un cancro molto grave ed è inutile ricoprirlo di strati di cioccolato, di manifestazioni canterine e di eventi culturali. Quanto a lungo può apparire bello un moribondo se al posto delle cure ci si limita a truccarlo per bene? Non sarebbe meglio comprargli le medicine? Non sarebbe più facile prendersi cura di lui? Se lo si lascia morire non si dovrà profondere molto più impegno nel cercare di mascherare il cadavere in modo tale da farlo sembrare vivo? Questo fino a quando non inizierà a puzzare e le conseguenze, alla fine, si dovranno affrontare lo stesso e saranno tragiche.

Commenti

  1. Tutto tragicamente vero quello che scrivi...... sai quanta gente man mano andrà a riscaldare la poltroncina di un ufficio senza saper nemmeno accenderlo un PC?
    Mi viene il vomito!
    ...se lo tenessero ben stretto sto ghigno, tanto nella loro putrefatta arroganza ci annegheranno.

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