Senza Parole


Ci risiamo, ieri mattina di stare in ufficio non ne avevo proprio voglia. Credo che il mio fisico denutrito abbia deciso di cedere le armi, non mi riconosco più. Non ho voglia di alzarmi dal letto, di andare in palestra, di alzare un dito per fare la qualunque cosa. Comunque …
Nel cortile del palazzo dove lavoro stanno effettuando gli scavi per i tubi del metano. Stamattina, appena varcata la soglia dell’ufficio ho espresso alla mia compagna di stanza il desiderio che gli uomini addetti agli scavi staccassero i fili delle linee elettriche e del telefono di modo che potessi poltrire il santa pace con i piedini appoggiati sulla scrivania.
Nemmeno un quarto d’ora dopo la luce si è staccata ed è iniziato il concerto dei gruppi di continuità. I signori degli scavi avevano tagliato i cavi dell’Enel. Inutile dire che la storia ha fatto il giro dei corridoi e si è aggiunta alla lista delle mie predizioni funeste. Comunque non ho ottenuto quanto speravo. Avrei preferito tagliassero i fili del telefono. Evidentemente non mi sono concentrata bene.
Eppure sento che sta per accadere qualcosa che mi aiuterà ad uscire dallo stallo. Io, noiosamente, continuo ad immaginarmi seduta dietro una immensa vetrata che dà sulle scogliere bretoni, con all’orizzonte un faro. Mi immagino scrivere idiozie su una vecchia macchina da scrivere manuale, con un cane acciambellato sul pavimento, vicino ai miei piedi, il the di ordinanza che fuma e il cucchiaino che tintinna ad ogni battito di tasti. E’ che sono arrabbiata, disgustata per tutto quello che sta succedendo. C’è questo Mastella che parla di giustizia e legalità (termini che non dovrebbero stargli in bocca) e che decide di mollare il governo pensando pure di passare dall’altra parte della barricata. Se veramente è morale come usa predicare dal suo altissimo pulpito, non doveva uscire dal governo assieme al suo piccolissimo e miserrimo partito, ma doveva essere lui solo a dimettersi. Invece no, la scuola di Silvio ha fatto proseliti. Attaccare per difendersi.
Siamo l’unico paese nel quale a decidere chi comanda sono i partitini che arrivano ad un 1% risicato, che possono permettersi di ricattare per ottenere. La cosa peggiore, temo, è che se si andrà alle elezioni verrà eletto nuovamente il prode Silvio. Ho letto che la gente è stanca di questo governo che non sa governare (io direi che non può) e stanca di questo sistema elettorale. Se la memoria non mi tradisce (oppure come disse un vecchio consigliere comunale “se non ricordo bene”) questo sistema elettorale è il frutto del lavoro del governo del centro destra. Tirando le somme, crolla un governo a causa di una schifosa legge elettorale e si formerà nuovamente il governo precedente che questa legge l’ha partorita? Io non ci capisco più niente. Per non dire degli altri che tanto hanno osteggiato il Cavaliere ma saranno pronti a lottare al suo fianco. Come ci si dimentica in fretta dei sani principi e della coerenza quando in gioco ci sono le poltrone.
Mi sa che meriteremmo la monarchia. Credo sarebbe l’unico modo per portare avanti una legislatura. Propongo un re con durata triennale, eletto dal popolo.
Tanto perché di problemi non ne avevamo già abbastanza ci pensa la chiesa, nella figura dell’illustrissimo mons. Bagnasco che si lamenta del fatto che l’Italia è un paese sfilacciato. La legge 194 è una legge che va rivista in toto e bisogna difendere le famiglie dalle unioni di fatto. A dire il vero, questo moralismo della mutua mi dà sui nervi. La chiesa parla dell’indissolubilità del matrimonio, ma se si ha la possibilità di pagare dimentica e ti permette le seconde nozze in pompa magna salvo poi mettere il becco se una coppia di fatto desidera che gli vengano riconosciuti gli stessi diritti civili che vengono riconosciuti a chi si è sposato anche solo civilmente e ribadisco ANCHE SOLO CIVILMENTE. Infatti la chiesa è difesa da paladini senza macchia e senza peccato, come Mastella, per esempio. Se dovessi affidare nelle mani di qualcuno il compito di rappresentare i valori cristiani non credo sceglierei Mastella o quelli come lui che appartengono alla casta del predicare bene, ma razzolare dove gli pare, piace e conviene.

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