Sospiri

La legge di Katz dice: Uomini e nazioni agiranno razionalmente solo dopo aver esaurito ogni altra possibilità.
Siccome le nazioni sono composte dagli uomini e quelli che comandano sono per lo più dei cretini è doveroso aggiungere un’altra legge, se non sbaglio quella di Murphy, che recita: I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere.
Evito qualunque commento sulla storia dei coniugi Mastella, ma il solo fatto che qualcuno pensi che tutto questo polverone sia frutto della vendetta dei magistrati mi fa pensare a quanto siano vere le frasi scritte sopra.
Io sono la regina delle distinzioni. Penso siano doverose, anche all’interno della stessa categoria. Ci sono politici e politici, magistrati e magistrati e in mezzo a loro numerosi, emeriti cretini.
Del resto, in Italia siamo così poco abituati alla legalità che ci stupiremmo davvero se dal governo facessero ritorno a casa tutti quelli, anche solo lontanamente, sospettati di manovre illecite, perché non rimarrebbe quasi nessuno (e voglio essere ottimista dicendo quasi).
L’abuso di potere è un fatto naturale che si pratica quotidianamente anche nelle piccole realtà lavorative per non dire anche nelle famiglie (pensiamo ai ricatti morali verso chi è più debole). L’abuso di potere è direttamente proporzionale alla carica che si ricopre. Tanto per continuare ad abusare delle frasi fatte, mi pare di aver letto che l’uomo che ricopre un ruolo importante è come colui che sta sul vertice della montagna: tutto gli sembra piccolo.
In questo paese il peccatore, il ladro, viene accolto come Gesù a Gerusalemme, anzi, viene preceduto pure dalla sua fama. Quello che è importa non è perché costui abbia suscitato scalpore, ma che lo abbia suscitato e basta. Speriamo sempre che arrivi l’uomo nuovo, quello pulito come l’anima di un bebé, ma nel caso arrivasse nessuno se ne accorgerà perché il suo arrivo sarà preceduto dal silenzio e dalla riservatezza e noi amiamo le celebrità.
E intanto continuiamo a rotolarci nel fango, finché abbiamo da mangiare va bene così, poi si vedrà.
Non è che dobbiamo tirarla tanto per le lunghe sulla legge elettorale, qualsiasi metodo sarà migliore del nostro perché qualsiasi paese risulta più capace. Non migliore, non peggiore, capace e basta.
Nel mio piccolo mi incazzo, ma la mia arrabbiatura è una misera pernacchietta. Un petardino sparato a carnevale. Chi mai lo ascolterà? Scioccamente oso pensare che sommando le pernacchie il rumore verrebbe sicuramente amplificato, ma mi guardo attorno e tutti sono intenti a distogliere lo sguardo, sono dei codardi.
Odio ascoltare la gente che si lamenta e non muove un dito aspettando cosa o chi non si è ancora capito.
Io non ho soluzioni per i problemi della spazzatura, dei lavoratori precari, del mancato rinnovo dei contratti. Penso che per risolvere i problemi bisognerebbe prima cambiare le teste (o mozzarle addirittura) di chi invece di agire è intento a mettere pezze e non sa nemmeno cucire.
Secondo me si deve cominciare a vedere le cose in una prospettiva più altruista e meno magna, magna. Ma cosa potrei aspettarmi dalla signora che cerca di farmi fessa alla fila del supermercato, da quello che nonostante la lunga fila di auto ferme non mi permette di uscire dal parcheggio perché poi, moooolto poi, tocca a lui, da chi parla di eguaglianza ma non vuole che i figli giochino con quelli del tunisino vicino di casa?
L’ho sempre detto, bisogna parlare di meno e spesso non parlare affatto. Di aria fritta siamo saturi e siamo malati di colesterolo.
Ieri sera, facendo ritorno a casa ero sorpresa dal mio inaspettato ottimismo, stupita dal fatto mi chiedevo quanto sarebbe durato questo stato d’animo.
Non ho dovuto attendere molto. Stamattina ho avuto la dimostrazione che le cose belle non durano per sempre. Ora sono arrabbiata, perché non riesco ad essere ipocrita e soprattutto a lasciarmi andare con gli ipocriti. Non sopporto i falsi sorrisi, le belle frasi pronunciate tanto per profumare l’aria e coprire l’odore di marcio che aleggia qui intorno.
Io non voglio finire come don Chisciotte e lottare contro i mulini a vento, non ho nemmeno un Sancho Panza al mio fianco, né posseggo bianchi destrieri. Vorrei solo trovare il modo per grattare via l’intonaco bianco che nasconde la muffa dalle facciate di coloro che dicono di lavorare per me, per noi, per tutti.
Forse non bisognerebbe prendersela con i governanti, ma con le classi che loro rappresentano. In fin dei conti nessuno governa a favore dei più deboli a meno che non si è vicino alle elezioni e allora sembra di essere a Natale: sono tutti pieni di buone intenzioni.

Per fortuna oggi piove ed io adoro la pioggia. Oggi un mio amico mi ha pure regalato un calendario da scrivania con immagini di fari. Questo mi ha tirato su il morale, a volte un piccolo gesto vale più di mille promesse. Non mi fido molto di chi ha l’abitudine di promettere, spesso finisce per non mantenere mai. La promessa è l’alibi di chi vuole rimandare le cose da fare, soprattutto quelle che costano e non in termini economici.
Quante cose mi sono state promesse in vita mia? Troppe e nemmeno una è stata mantenuta. Per fortuna non ci ho mai contato troppo.
Io non prometto quasi mai, se posso una cosa la faccio subito, altrimenti evito di aprire bocca.
Quelle poche volte che l’ho fatto anche io non ho mantenuto e l’ho vissuto come una sconfitta.
Intanto il tempo passa e più si fortifica in me l’idea di andare via da questa città. Ogni giorno che passa mi rendo conto di essere un’aliena in terra straniera.
Fossi un’eroina dell’ottocento mi imbarcherei su una nave alla ricerca delle mie radici, invece mi imbarco quotidianamente in questa bagnarola che fa acqua da tutte le parti per affrontare le tempeste del quotidiano e qualcuno osa pensare che dovrei chiamarla vita.

Commenti

Post più popolari