I piccoli NO che aiutano a vivere


Sarà che stamattina mi sono alzata con il piede sbagliato, cosa altamente improbabile considerando che un lato del letto è accostato al muro e sempre con il piede sinistro mi tocca scendere. Saranno gli ormoni o i postumi della febbre, fatto sta che non riesco a tenermene una che sia una.
Oggi mi danno particolarmente fastidio gli arroganti, quelli che pretendono e non ringraziano mai.
Da qualche tempo l’impiegata dello studio al piano di sotto parcheggia nei posti riservati alla mia società (insomma, mia si fa per dire). Quello che mi dà fastidio non è che metta la sua auto in un posto che non le spetta, ma che la parcheggi male e prende due, a volte tre, parcheggi al posto di uno pur avendo una minuscola Ka. Stamattina c’era una moria di parcheggi e la solita auto della ragazza che occupava due posti invece di uno. Ho scritto un bel bigliettino e l’ho attaccato al tergicristallo. “Passi per l’appropriazione indebita del parcheggio, ma almeno si prega di rispettare le righe”. Tempo dieci minuti e l’auto è scomparsa. Evvivaddio.

Stessa strategia per l’ingegnere che ogni lunedì mattina mi invia i suoi progetti da finire o addirittura da fare con la scusa che deve consegnare entro il pomeriggio. Ogni lunedì una modifica diversa che mi occupa quasi l’intera giornata. Basta, oggi mi sono rifiutata.

Ho scoperto che sapere dire di NO è liberatorio e ti fa assaporare l’onnipotenza. Bisogna soltanto farlo con garbo, con diplomazia. Non bisogna impuntarsi, innervosirsi, balbettare scuse. Ci vuole un NO chiaro, deciso e cortese.
Non so quanto durerà il mio periodo dei NO, però cercherò di prolungarlo il più possibile.
Per giunta il tempo sta cambiando, si sente nell’aria l’arrivo della primavera. Io non sopporto la primavera ma quest’anno è un’ottima scusa per andarsene via di casa. Ho deciso che non ha molto senso tirarla per le lunghe che non ho più dieci anni ed è arrivato il momento di auto-gestirmi. Ho bisogno di riappropriarmi dei miei spazi, del mio tempo. Di vivere secondo le mie regole. La prima cosa che farò sarà quella di regalarmi un animaletto da compagnia. A casa me lo hanno sempre impedito, ma a casa mia il discorso è diverso. Sarò io la padrona, io deciderò tutto, le cose da fare e da non fare, i tempi per farle e quando rimandare le cose. Voglio diventare la regina del mio focolare.
Sono cosciente del fatto che una casa non è una cameretta, che dovrò dedicarle del tempo. Aumenterà la bolletta della luce e quella del gas. Dovrò cucinare, fare la spesa, stirare e lavare, ma nessuna di queste cose riesce a mettermi ansia. Anzi, la prospettiva mi alletta pure. Questa settimana, dopo il lavoro, uscirò a comprare un asse da stiro, poi mi serve uno stendi biancheria. Per il resto ho tutto. O quasi.
Strano, come le cose assumano forme e importanza diverse a seconda del contesto nel quale le metti. Adesso mi piace perdere tempo a scegliere il tappeto da mettere davanti al camino, l’asciugamano con il ricamo da appendere. Piccole cose sciocche, ma che serviranno a personalizzare il mio nido nel quale metterò tutti i fari che ho raccolto in questi anni: lampade a forma di faro, cornici a forma di faro, tazze da colazione decorate con i fari, fari porta candele, candele a forma di fari, tappeto a forma di faro, foto con fari, puzzle di fari e libri sui fari e carte nautiche antiche che segnalano i fari. Appena possibile spunterò ancora qualche altra voce sulla lista: piumone con stampe di fari, piatti e bicchieri con decoro di fari, palle di natale con i fari …. Non si può certo dire che pecchi di fantasia.
Vabbé.
La chiesa è insorta contro i medici e la loro difesa sulla legge 194. Mi sa davvero che stiamo tornando al medioevo. Ma stiamo scherzando? Stiamo parlando di aborto. Non è che noi donne andiamo ad abortire come se andassimo dall’estetista a farci la ceretta. Un bimbo non è un pelo superfluo che deve essere estirpato. Si parla di un intervento invasivo con tutto quello che comporta sia fisicamente che moralmente.
L’aborto non è un metodo contraccettivo, ma deve rimanere una scelta soprattutto della donna. Non credo a Ferrara quando dice che l’aborto è maschio. Mi chiedo quando gli sia venuta tutta questa voglia di catechizzare la gente. Secondo me lui è e rimane un provocatore. Oggi ha il pallino dell’aborto e domani magari gli verrà in mente la pena di morte, poi il buco nell’ozono, gli impianti nucleari e così via.
Solo che mi dà fastidio che sia un maschio a parlare del tema, ad essere impegnato nel rappresentare le donne come terribili assassine. Non credo al fatto che ogni scelta di abortire sia una scelta sofferta. Questo però dipende dalla sensibilità delle persone e la sensibilità non dipende dal fattore sessuale, si nasce sensibili oppure no. Ci saranno pure donne che affrontano la cosa a cuor leggero, ma non mi sento di giudicare nessuno. Meglio una non madre di una cattiva madre. E comunque chi sceglie questa strada non sempre lo fa perché non vuole diventare madre, ma perché magari non tutte le donne si sentono in grado di crescere un figlio vegetale. Ci sono tanti fattori che aiutano a compiere una scelta. La vita va rispettata, ma non va mai imposta. L’aborto non è maschio né femmina, ma è una prerogativa delle donne, perché purtroppo siamo sempre noi quelle che dobbiamo pagare i prezzi maggiori, a noi vengono richiesti i sacrifici, a noi viene richiesto di immolarci sull’altare di una ideologia che quasi sempre è maschile.
Mi sono comunque seccata di sentire parlare dell’argomento. Penso ci siano problemi più urgenti da risolvere. A volte credo che ci si marci sopra per distogliere l’attenzione da cose molto più importanti.
Comunque … E’ iniziata la settima con un bel sole, se continua così ricomincio con le corse in spiaggia, unica nota positiva nell’arrivo della primavera che annualmente posticiperei il più possibile. Ma se non esistono più le mezze stagioni, perché la Primavera non se ne sta a riposo?

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