"Tutti soffrono ognuno per se stesso, ma non soffrono per il mondo che è offeso e così il mondo continua ad essere offeso".

Sabato Pomeriggio, su radio Capital si discuteva su quali fossero le categorie umane più egoiste. Molti hanno risposto che quelli più egoisti sono i single.
Sarà che mi sono sentita chiamata in causa. Fidanzato a parte, io appartengo a questa categoria. Non ho mariti, conviventi, figli o animali domestici. Sono libera come l'aria. O meglio, dovrei essere libera come l'aria, ma così non é. Appunto perché non ho mariti, figli e parenti annessi, si pretende che io sia disponibile 24 ore su 24 per tutti. Tanto non ho impegni familiari. Infatti, non tengo famiglia, ma ho un lavoro che mi impegna dalle nove alle dieci ore, non torno a casa per pranzo da una vita (circa nove anni) e quando torno a casa la sera sbrigo le incombenze che durante il giorno non mi é possibile sbrigare. Appunto, mi si rimprovera che la sera, quando torno a casa non ho marmocchi attaccati alle gonne o mariti spalmati sul divano da accudire. Proprio per questo vengo etichettata come egoista. Penso (mi tocca pensare) solo a me.
A definire egoisti i single, sono state molte donne/mamme. Avrei voluto poter rispondere loro che magari guardassero attentamente dentro le loro case chi sono veramente gli egoisti: figli sanguisughe e i mariti fannulloni? E' solo una mia idea, per carità.
Quelli come me, spesso, vengono sballotati da una parte all'altra della città per accompagnare la zia ammalata dal dottore, la mamma al supermercato a fare la spesa, i nipoti a danza, in palestra, ai compleanni perché i genitori sono impegnati con gli altri marmocchi. Spesso ti appioppano l'intera ciurma i fine settimana, mandando al diavolo tutti i piani che avevi organizzato per rilassarti un pochino.
Capisco che le famiglie vadano aiutate, ma non si possono salassare in ogni senso i poveri single a scapito loro. Ognuno compie una scelta e di questa scelta se ne deve assumere le responsabilità. Perché io, se non voglio tenere famiglia, dovrei avere l'obbligo di aiutare chi la famiglia la tiene?
"Perché i figli sono la società del futuro" mi ha risposto mia sorella qualche tempo fa.
Ebbene sì, ha proprio ragione. Aiutiamo le famiglie, sgraviamole fiscalmente, incentiviamo le nascite, però, tassiamole pure. In fondo non sappiamo che genere di società sarà questa società del futuro. Nel dubbio facciamo versare alle famiglie una cauzione. In fondo i pargoli sono bellini, ma non sappiamo se da grandi diventeranno emeriti s..... o peggio delinquenti.
Ovviamente non dico sul serio, é solo una sciocca provocazione, ma da qualche giorno il mio stato di single é stato preso di mira dai parenti che pretendono sia come Sant'Antonio, con il dono dell'ubiquità.
Mi sarei un pochino stancata di fare la trottola e giuro che non si stanno usurando solo gli pneumatici, ma anche la mia scarsa pazienza. Ma credo pure che al fattore singletudine si debba aggiungere pure la convinzione dei miei congiunti che io sia quella che se la sbrighi meglio e con questa scusa é consuetudine appiopparmi le incombenze più antipatiche e snervanti.
Chissà poi perché, quando si tratta di compatire, aiutare, coccolare, non sia io il soggetto che riceverà tutto questo. Ah, già dimenticavo. Io sono una roccia. Soggetta alle intemperie parentali, quindi in fase di erosione. Che la terra tremi allora. Lo scoglio si é stancato di avere attaccate addosso tutte queste patelle fastidiose.
"Ero quieto; ero come se non avessi mai avuto un giorno di vita, né mai saputo cosa significa esser felici, come se non avessi nulla da dire, da affermare, negare, nulla di mio da mettere in gioco, e nulla da ascoltare, da dare e nessuna disposizione a ricevere" (E. Vittorini - Conversazione in Sicilia)

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