Il buon pastore


Fatti i dovuti distinguo. sento mia l’idea di Platone sulla politica.
Sono d’accordo quando sottolinea che il politico non è colui che ha il compito di badare agli uomini, perché questo significherebbe attribuirgli una superiorità che in realtà non è giusto attribuirgli; o quando sostiene che per avere uno stato perfetto è necessario che a governare vi siano uomini perfetti. La legge è fatta dagli uomini e anche quando ci si sforza di creare una legge perfetta, questa non sarà mai totalmente giusta, perché chi la fa non è mai perfetto.
In quest’ultimo periodo ho preso atto che spesso anche se una sola idea accomuna un gruppo di persone, questa idea ha sfumature e chiavi di lettura diverse a seconda di chi la interpreta. Ecco perché spesso, parlando di un progetto comune, non si viene mai a capo su come attuarlo, perché ognuno interpreta il proprio modo di vedere la cosa. A volte è più facile dialogare con le persone che la pensano in modo totalmente opposto al tuo che trovare un punto di incontro con chi la vede nel tuo identico modo.
Se non esiste uno stato perfetto, però, mi sono accorta che non esiste nemmeno un elettorato perfetto. Un esempio lampante è quello che succede nella mia città. Dopo anni di amministrazione disastrosa da parte di un centro-destra eletto a furor di popolo, lo stesso popolo che tocca con mano il disastro dovrebbe invertire la rotta e non premiare più la stessa amministrazione.
Invece cosa succede? Si cerca un capro espiatorio e si risorge più puliti di prima che nemmeno il battesimo toglie la macchia del peccato meglio di come il centro-destra ha saputo lavarsi da ogni colpa. Non è solo un problema di mani sulla città da parte di chi ha il potere economico. E’ la coscienza della gente che manca, tutti sono disposti a vendersi per ottenere cose che dovrebbero essere elargite gratuitamente.
Così fan tutti? Non credo. Esiste ancora una piccola parte di gente che si batte contro questo sistema malato. Ma è una lotta titanica, non si posseggono armi adatte e l’unica arma capace di fare soccombere questa mala politica sarebbe proprio la stessa gente che si rifiuta di aprire gli occhi.Invece accade tutto il contrario. Dalle ceneri risorge la fenice e mi fa specie usare questo animale, seppure mitologico, per rappresentare questi politicanti mezze tacche.Stanno mettendo in campo le solite strategie, riecheggiano le solite promesse, si fa leva sulle stesse speranze della gente. Sempre così, fino al raggiungimento dell’obiettivo, fino alla prossima volta per ricominciare con i soliti giochi: tanto si sa, loro sono il buon pastore e noi tutti siamo le povere pecore in balia del lupo cattivo.

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