La pazienza é la virtù degli sconfitti

Se c’è una cosa che non sopporto è che mi si raccomandi di portare pazienza quando sono arrabbiata. A cosa servirà mai questa stramaledetta pazienza? Chiedermi di avere pazienza di fronte ad un evento che richiederebbe chiarezza immediata è come dire: Arrenditi.
Sono abbastanza grande e altrettanto capace da capire quando è il momento di mollare la presa. Questo non significa arrendersi, ma sapere valutare bene. Incaponirsi oltre misura a voler ottenere una cosa significa dimostrarsi ottusi.
Mi trovo in una situazione difficile. Avrei due soluzioni, ma entrambe si rivelerebbero sbagliate. La prima soluzione darebbe un ritratto di me falsato, la seconda mi imporrebbe di rimanere zitta e buona ad assistere alle glorie immeritate altrui. Sono ancora in attesa della terza soluzione.
I pochi al corrente del mio tormento sono contenti di non essere al mio posto e si dividono in tre categorie.
Gli appartenenti alla prima mi suggeriscono di perseguire l’obiettivo fregandomene dell’immagine che potrei dare e dei cadaveri che potrei lasciare lungo il tragitto.
La seconda categoria mi dice di non fare nulla. Le cose andranno al posto giusto da sole. Esiste una giustizia divina. Questa seconda soluzione mi lascia perplessa. Certo, loro sono ottimisti ed è facile credere in Dio quando tutto va per il verso giusto. Tanto Dio non deve nemmeno scomodarsi visto che la loro vita è pressoché perfetta.
Terza categoria: Portare Pazienza. Aspettare, valutare e poi decidere. POI. Questa parola mi mette ansia. Il poi è un rimandare all’infinito. Io non ci riesco. Le cose vanno affrontate subito, non esiste un poi.
Io non la sopporto la gente sempre calma, compassata, lenta. Mi indispettisce. Se sono agitata una persona calma accanto non mi tranquillizza, mi irrita ancora di più. Mi fanno saltare i nervi quelle persone che compiono i normali gesti quotidiani al rallentatore. Meno che mai le sopporto quando me li ritrovo davanti in auto, anche in quel caso sono lente, sembrano bradipi. E io dietro che scalpito.
Diceva Bufalino: Una metà di me non sopporta l'altra. E cerca alleati! Mi sa proprio di sì.
Per curare lo stress, l’affanno, l’irritabilità e in attesa del cane (attesa che diventa sempre più lunga anche grazie alle sciagurate manovre di alcuni muratori della casa adiacente alla mia che hanno ben pensato di fare un buco nel mio muro) mi sto dedicando alla cura della mia piantina di fragole. E’ il caso di dire che la mia piantina sta dando i suoi frutti, nel vero senso della parole. Enormi fragolone rosse. Non è una soddisfazione che in una aleatoria scala di valori varrebbe dieci, ma un bel sette di sicuro sì.

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