Note di una ignavia della società di oggi

E’ tornata a trovarmi una mia vecchia amica. E’ entrata dalla finestra come è suo uso fare. E’ un’amica discreta, molto bella e mi mette allegria. Mi riferisco alla mia amica farfalla. E’ dal mese di Luglio che ogni mattina verso le dieci ed ogni pomeriggio verso le quattro, questo animaletto entra dalla finestra, gironzola per la scrivania, si posa sulle mie spalle o sul mio braccio, resta ferma qualche secondo e poi vola via dopo aver fatto il giro della stanza.
Ci sono altre due persone in questa stanza, ma ogni giorno la mia amica farfalla sceglie me.
Pensavo che tornata dalle ferie non l’avrei più rivista. So che le farfalle vivono pochi giorni e la mia piccola amica veniva a trovarmi già da un paio di settimane. Un collega, però, mi ha spiegato che ci sono farfalle che vivono più a lungo, anche un anno. Ho fatto una breve ricerca su internet e ho trovato la mia amica farfalla. Dovrebbe chiamarsi Cedronella. Effettivamente la mia farfalla assomiglia molto a quella che ho trovato sui vari siti tranne il fatto che ha le alette che danno più sul verde che sul giallo limone.
E’ strano che un insetto compia le stesse azioni alla stessa ora e scelga sempre la stessa persona. Prima pensavo dipendesse dal colore dei vestiti, ma ho spaziato dal bianco all’azzurro, dal nero al viola, dal giallo al rosso e la sostanza non cambia. Mah!
Non sono nuova a queste cose. Un paio di anni fa ho pure ammaestrato un pipistrello. L’ho trovato sul balcone, caduto dal nido. L’ho raccolto, gli ho dato da mangiare finché non è diventato abbastanza grande da andare via. Si era talmente affezionato che mi correva appresso come un cagnolino fedele e mi stava arrampicato sulle braccia o sulle dita. Una mattina me lo sono trovato appollaiato pure sul mio letto.
Che io dimostri una pazienza fuori dal comune verso gli animali è cosa nota. Che io di pazienza verso il genere umano non ne dimostri affatto lo è ancora di più. Se una persona arrivasse svolazzante alla mia finestra penso chiuderei le ante. Forse ha ragione mia zia a ripetermi in continuazione che io sono un orso, un lupo, un animale selvatico. Non riesco a relazionarmi e quando lo faccio devo compiere sforzi immani.
Come al solito il mio sogno sarebbe quello di vivere lontano da tutto e tutti in una casa sulla spiaggia. Io e il mare, il suono delle onde e il verso dei gabbiani. Invece … Il mio non è un desiderio di fuga. Fuggendo i problemi fuggono con te, pensi di averli gabbati e invece ti anticipano e te li ritrovi appena giunto alla meta. La mia è una scelta di vita che fa a cazzotti con la teoria che vuole l’uomo un essere sociale. Se l’uomo stesse meno a socializzare forse di problemi in giro ce ne sarebbero di meno.
Trovo le relazioni che intrecciamo troppo effimere, basate spesso sulle convenienze del momento. Tessiamo legami come i ragni tessono la tela. Sono tutti legami collegati in un modo o nell’altro, fra di loro, ma come la ragnatela sono molto poco resistenti, basta un soffio e tutto si spezza, si scollega. Perché mai dovrei compiere tutta questa fatica se alla fine tutto si rivela vano? In questo caso mi considero una pigra. Sono una pigra delle relazioni umane. Magari un giorno scriverò un trattato filosofico sull’argomento. Nel frattempo mi accontento di bearmi degli intellettuali del luogo. Ho letto di una interessante manifestazione svoltasi a casa di un poeta modicano che (guarda caso) vive a Roma. Un famosissimo poeta, padre di versi talmente spontanei e sofferti da fare accapponare la pelle (ognuno decida il motivo per il quale farsela accapponare). Questa recitazione è stata allietata dalle note jazz (se si può chiamare jazz) di un’altra artista modicana (guarda caso che vive fra Roma e l’America) e con legami di sangue con il famoso poeta. Questa magnifica manifestazione si è svolta in un antico palazzo da poco restaurato appartenente alla famiglia, in una scenografia da mille e una notte, con bellissimi giochi di luce e di suoni. Riporto per sommi capi quello che ho letto sul giornale. Niente in contrario, per carità, ma tutto questo si è svolto solo per pochi eletti e per eletti non intendo gente comune. Intendo quelli che qui chiamiamo eletti solo perché svolgono una professione di rilievo e che magari non capiscono nulla di nulla, ma è di moda giocare agli intellettuali. Non mi è andato giù il tono mellifluo da cavaliere servente del giornalista. Un giornalista che, ci tengo a ricordare, lavora per un giornale che si declama libero e obiettivo. Sembra di vivere ai tempi dei baroni. Mi sa che qui il tempo passa, ma nessuno ha mai cessato di tenere piegata la schiena indipendentemente dal grado di inclinazione.

Commenti

  1. Ciao, ho appena visto lo stesso tipo di farfalla volare sui fiori che ho sul terrazzo. Aveva pochissima paura così l'ho osservata a lungo succhiare il nettare dei fiori. E' vero le ali danno più sul verde,ed hanno due pois che sembrano rosa.
    Vedendola ho pensato: che stranezza,proprio ieri ho letto di lei nel blog,ed eccola qua.

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  2. sei proprio una persona speciale!!! specie . . . quando non parli di persone :)

    e m'hai fatto venire la curiosità per i fari! altri fari su http://www.flickr.com/photos/picciarovdeuich/

    ciao

    Vicino

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