... Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull' età, dopo l' estate porta il dono usato della perplessità, della perplessità... Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità, come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità, le possibilità...
Sì, anche io ieri sono rimasta perplessa quando alla domanda su quanti anni avessi ho risposto: "Trentu..trentatr...Trentacinque". Anche il mio oculista mi osservava perplesso. Avrà pensato fossi scema a non ricordare la mia età. La verità é che non intendevo e non intendo nascondere il numero dei mie anni é che mi viene spontaneo rispondere sempre di averne 31. Vai a sapere poi perché.
Vabbé, ammetto che la parola trentacinque l'ho pronunciata ad una velocità stratosferica e a voce bassissima, ma posso assicurare che il mio oculista l'ha capito benissimo se adesso troneggia sulla prescrizione per i miei occhiali nuovi.
Da ieri penso alla mie età con un pò di preoccupazione in più e come recita la frase della canzone di cui sopra, sto giocando ancora alla ricerca della mia identità. Mi suona un pò come alla ricerca del Sacro Graal o come alla ricerca dell'Arca Perduta. Praticamente tentativi vani.
Le visite mediche o le sedute dal parrucchiere per me sono letali. Durante l'attesa penso e rifletto sulla mia vita, su cosa avrei voluto essere e su cosa sono. Inizio a fare paragoni, la famosa lista dei pro e dei contro, cerco affannosamente tutte le soluzioni possibili finché non vengo ricevuta poi pago ed esco fancendo ritorno alla mia solita e insoddisfacente routine.
Sarebbe bello se esistesse una pioggia capace di lavare via i rimpianti. Sarei la prima a non usare l'ombrello.
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