Un passo avanti e due indietro
Dieci minuti, soltanto dieci minuti per me. E non sempre sono dieci. A volte diventano otto o cinque. Forse non sono più capace di gestire il tempo a disposizione. Forse sono troppo stanca e vedo tutto troppo nero, ma dove mi trovo adesso è realtà. Mi trovo in una stanza arredata stile allevamento polli in batteria. Ho uno spazio utile di 1.30 me
tri per 0.80 metri circa, appiccicata ad una finestra che si può aprire solo a metà e se tira vento rischio che la metà anta aperta mi sbatta sulla zucca. Saremo in quattro in una stanza minuscola a parlare continuamente al telefono, vicino alla sala caffè costantemente frequentata. Quanto reggerà la mia testa? Non voglio lamentarmi sempre, ma tutto questo è l’opposto di quello che mi hanno suggerito i medici. A questo punto la scelta rimane solo una. Andare via. Ma dove?Per fortuna riesco ancora a perdermi nei sogni. In quelli compio viaggi che farebbero impallidire Gulliver. Resta un punto fermo la mia voglia di andare a vivere in Bretagna, ma non rinuncerei neppure a visitare la Cornovaglia, l’Islanda , l’Irlanda e poi il Maine. Quest’ultimo sembra il mio luogo ideale. Ci sono i boschi, ma anche l’oceano e l’oceano porta con sé i fari. Ci sono tanti bei fari sulle coste del Maine. Ma sono belli pure i paesini costieri con le barchette ormeggiate sul molo e gli empori dove vendono di tutto. Sono belle le strade, soprattutto in autunno quando vengono addobbate con foglie e zucche.

Insomma, sembrerebbe un mio altro luogo dell’anima.
Se solo fossero altri tempi la mia scelta sarebbe già compiuta, ma le immagini di una cartolina o di un sito turistico non riescono ancora a convincermi a mollare tutto e andare via. Almeno per ora.
Se si continua a non darle ascolto si rischia di perderla, l'anima.
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