Il fato

Chi si è mai imbattuto nella rubrica AltaQuota di Pietro Pallini, pilota di voli intercontinentali?
A leggere settimanalmente quello che scrivere sembra di stare a guardare in TV un telefilm di azione. Mi fa pensare ad un Chuck Norris dei cieli. Ma perché un pilota di voli intercontinentali deve tenere una rubrica su un settimanale di viaggi, tediandoci sulle sue avventure in volo, sulle regole di rifornimento carburante e parlando di sé in terza persona e io non posso tenerne una sulle vessazioni che ricevo giornalmente?
Certo, essere un pilota lascia presagire una possibilità infinita di avventure, essere un umile impiegato lo è molto meno. L’unica scena di azione, nel mio lavoro, potrebbe essere un’ipotetica carpettata in testa al collega rompi scatole.
Anche la mia rubrica potrebbe servire a qualcosa. Sollevare gli animi dei depressi che leggendo della mia vita lavorativa farebbero un confronto veloce con la loro realizzando che esiste gente che se la passa peggio, oppure aiutare gli insonni a dormire.
Non nascondo mi piacerebbe da morire tirare a campare scrivendo osceni articoletti, rubriche, recensioni, racconti e altre idiozie. Io da sola nella mia stanza a scrivere ininterrottamente. Oppure mi piace immaginarmi come la Signora in Giallo, occupata fra libri, passeggiate sulle scogliere e misteri da risolvere. Non mi dispiacerebbe nemmeno essere come la protagonista di “Provaci Ancora Prof” impegnata fra la scuola, i delitti e un bel commissario.
A proposito di Provaci ancora Prof. Una persona, ieri sera ha fatto un commento poco gentile su Loredana Cannata. Le ho fatto un complimento dicendo che era una ragazza molto carina e che se trovarsi a recitare per una fiction sulla Rai è frutto della sua bravura se lo merita. Poi ho aggiunto che spesso la fortuna arriva grazie a chi ti sta dietro: genitori, amici, professori, gente che crede in te e che ti porta a guardare davanti e non a metterti paletti ovunque sul tuo cammino. Certo lei è diventata famosa grazie ad un film, mi pare si chiamasse La Donna Lupo , di Grimaldi che certo non era un film della Disney, ma alla fine, tanto per parafrasare un altro nome famoso dei film erotici: Così fan tutte. No?
Questa persona candidamente ha detto: “Già, visto i film che ha fatto, avrà avuto tanta gente DIETRO … a sostenerla intendo”. Non è la battuta in sé che mi ha colpito, ma il fatto che ogni volta le donne vadano giudicate se accettano di “esporre” il proprio corpo.
Diciamoci la verità. Se fossi nata bella e ben dotata e qualcuno mi avesse offerto di essere la protagonista di un film non proprio innocente, ma nemmeno porno, avrei detto di no?
Non lo so, ma penso che ci avrei riflettuto seriamente. Alla fine, se potessi contare su un bel viso ed un corpo statuario non sarei di certo dietro ad una scrivania ma di sicuro in qualche copertina e in questo caso, coltivare le vere passioni, sarebbe stato addirittura più facile. Non penso che il metro di giudizio da usare per giudicare le persone sia la pudicizia.
D’altro canto, vivere una vita intensa, avventurosa non è conseguenza dell’essere belli, ma dell’essere sicuri di sé, intraprendenti. La colpa alla fine ricade sempre sui grandi: i genitori. Bella responsabilità esserlo. A volte, a forza di essere genitori chioccia si rischia di fare danni. Si riesce a trasmettere ai figli una tale insicurezza che li renderà incapaci perfino ad allacciarsi da soli le scarpe.
Un po’ quello che è stata mia madre per me. A forza di sentirle dire che siamo nati con l’ombra della disgrazia mi sono convinta che per me il sole non può splendere. Così, quando mi capita una cosa bella o mi si prospetta un evento importante invece di godermelo penso che non durerà per sempre o che dietro ci stia una beffa di sicuro. Alla fine, a forza di pensare male l’evento catastrofico si manifesta puntualmente. Ringrazio Dio di avermi dato un carattere forte altrimenti starei in analisi o sarei in perenne depressione. Se un giorno avrò dei figli sarò abbastanza accorta da non trasmettergli le mie ansie e di non uccidere i loro sogni solo per colpa delle mie paure.
Ora non mi resta che fare il genitore di me stessa e sinceramente non è un’attività che diverte, perché quando mi sento sconsolata o incompresa non so da chi andare a rifugiarmi perché se lo facessi da mia mamma mi sentirei dire la solita frase: figlia mia, siamo nati disgraziati. E niente mi fa imbufalire più di questo fatalismo catastrofico.

Commenti

  1. ho lasciato il mio "message in a bottle" sul post precedente
    ma penso non sia arrivato a destinazione,
    il mio punto interrogativo, però, è rimasto tra i commenti
    mistero dei blog :)
    vabbè fa niente
    ..parlava della mia vocazione a perdermi
    e della speranza di trovare il tempo per perdermi ancora..
    laggiù oltre la luce del faro
    g

    http://annozero.blog.tiscali.it//

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  2. comunque la battuta , al di la del pessimo gusto , era realmente degna di nota , e la Cannata comunque per emergere ha girato diversi "corti" anche per Brass...saluti..

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  3. Sei onesta, quando dici che, se fossi nata bella e ben dotata, ti saresti spogliata o "peggio".........un mare di gente si sarebbe inorridita, leggendo questo..........forse c'é dentro di te un'altra Loredana Cannata che vuole uscire...........mi auguro che ti capiti un'occasione per tirarla fuori........ma sii più sicura di te......magari sei bellissima......dentro lo sei di sicuro..........Un bacio lunghissimo come un cortometraggio

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