Cose che un tempo erano dell'altro mondo!
Modica dice No al turismo.
L’arciprete di San Pietro (sottolineo piacevolmente che anche nelle istituzioni ecclesiastiche ci sono i gradi come nell’arma) ha affisso un manifesto contro una cooperativa turistica.
Non che abbia torto, che ci fanno sei assistenti turistici a San Luca contro due soli a San Pietro?
Il giornalista de “Il Corriere di Ragusa” lo chiarisce subito dopo. Fuggono. Dal prete che ha colpa di pretendere puntualità e continuità di presenza. Magari sarà pure un pochino rompiballe, ma chi non ha datori di lavoro, clienti, colleghi rompiballe continuando ad andare a lavorare nello stesso posto ogni santo giorno?
Leggere poi su quel benedetto manifesto del prete … pardon … arciprete che costoro guadagnano per sole 20 ore di lavoro 500 Euro mi cruccio. Molti lavorano più di quaranta ore guadagnando meno della metà.
Con un lavoro così si possono fare molte cose contemporaneamente: leggere, studiare, disegnare, ballare, cantare, imparare a suonare uno strumento. Si scalda la sedia, ma se si è soltanto un pochino creativi si possono raggiungere alti livelli di specializzazione.
Perché devo sopportare questo patimento della solita gente che langue, sopravvive, ozia, va avanti a stento aspettando qualcosa o qualcuno che li schiodi dalla loro immobilità snervante, insopportabile, parassita?
Ma perché non muove le gambe per cercare di uscire da questo pantano nel quale si è affossata? Perché devo ascoltare la litania dei loro diritti e perché mi tocca vederli prendere a calci i loro doveri? Perché questa gente non riesce a saltare nel mondo di chi lavora seriamente?
Ma posso dire tutto quello che penso? L’anno scorso l’ho fatto e ho scatenato un putiferio, salvo poi vedere che le mie parole prendevano forma e quello che avevo predetto verificarsi. Qualcuno mi taccerà ancora di ferocia? Altri vorranno mettermi ancora il bavaglio? E no! Io voglio e posso esternare quello che mi piace e pare. Posso dire apertamente chi e cosa detesto. Non ledo nessuno. Sono i parassiti che ledono alla città, alle sue finanze e anche alle mie.
Non che abbia torto, che ci fanno sei assistenti turistici a San Luca contro due soli a San Pietro?
Il giornalista de “Il Corriere di Ragusa” lo chiarisce subito dopo. Fuggono. Dal prete che ha colpa di pretendere puntualità e continuità di presenza. Magari sarà pure un pochino rompiballe, ma chi non ha datori di lavoro, clienti, colleghi rompiballe continuando ad andare a lavorare nello stesso posto ogni santo giorno?
Leggere poi su quel benedetto manifesto del prete … pardon … arciprete che costoro guadagnano per sole 20 ore di lavoro 500 Euro mi cruccio. Molti lavorano più di quaranta ore guadagnando meno della metà.
Con un lavoro così si possono fare molte cose contemporaneamente: leggere, studiare, disegnare, ballare, cantare, imparare a suonare uno strumento. Si scalda la sedia, ma se si è soltanto un pochino creativi si possono raggiungere alti livelli di specializzazione.
Perché devo sopportare questo patimento della solita gente che langue, sopravvive, ozia, va avanti a stento aspettando qualcosa o qualcuno che li schiodi dalla loro immobilità snervante, insopportabile, parassita?
Ma perché non muove le gambe per cercare di uscire da questo pantano nel quale si è affossata? Perché devo ascoltare la litania dei loro diritti e perché mi tocca vederli prendere a calci i loro doveri? Perché questa gente non riesce a saltare nel mondo di chi lavora seriamente?
Ma posso dire tutto quello che penso? L’anno scorso l’ho fatto e ho scatenato un putiferio, salvo poi vedere che le mie parole prendevano forma e quello che avevo predetto verificarsi. Qualcuno mi taccerà ancora di ferocia? Altri vorranno mettermi ancora il bavaglio? E no! Io voglio e posso esternare quello che mi piace e pare. Posso dire apertamente chi e cosa detesto. Non ledo nessuno. Sono i parassiti che ledono alla città, alle sue finanze e anche alle mie.
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