Il mondo è grande ed è bello, ma è molto offeso
Un animale è feroce a causa dell’istinto che lo porta ad essere aggressivo. Un uomo è feroce se mostra crudeltà o spietatezza. Questo se ci si vuole fidare solo del dizionario.
Quando però si è veramente crudeli? Chi è veramente crudele prova piacere nell’esserlo, io non traggo vantaggio, né godo della sofferenza altrui, nemmeno quando sono stata io (volutamente o meno) ad infliggerla. Se non amare indifferentemente il genere umano è essere crudeli, allora lo sono. Ma penso che più che essere crudeli significa non essere cristiani. Io non riesco ad amare indistintamente tutti e non riesco a nasconderlo. Magari la veemenza che metto nella parole può far nascere in chi potrebbe leggermi l’idea che io sia feroce. Se proprio devo essere etichettata in questo modo, preferisco lo si faccia assoggettandomi alla ferocia animale. Pensatemi come ad un leone: generalmente sta tranquillo nella sua savana almeno fino a quando qualcuno non osa disturbarlo. Il mio blog è la mia savana, fuori da qui conosco le regole della convivenza e le rispetto. Andrò a rileggere La Zona Cieca, praticamente un libro che ci fa riflettere su come gli altri vedano in noi cose che proprio a noi non saltano agli occhi.
La mia non è ferocia, può trattarsi di stanchezza, noia, disillusione, inadeguatezza. Questo capita a chi passa il tempo a porsi troppe domande o a chi cerca un proprio ruolo che non riesce a trovare e nel frattempo si trova a recitarne uno che non gli piace. Inoltre, scommetto che se dicessi le cose in tono più sommesso darei di me un’immagine ben diversa, ma non ci si può snaturare. Sono come sono.
Quando però si è veramente crudeli? Chi è veramente crudele prova piacere nell’esserlo, io non traggo vantaggio, né godo della sofferenza altrui, nemmeno quando sono stata io (volutamente o meno) ad infliggerla. Se non amare indifferentemente il genere umano è essere crudeli, allora lo sono. Ma penso che più che essere crudeli significa non essere cristiani. Io non riesco ad amare indistintamente tutti e non riesco a nasconderlo. Magari la veemenza che metto nella parole può far nascere in chi potrebbe leggermi l’idea che io sia feroce. Se proprio devo essere etichettata in questo modo, preferisco lo si faccia assoggettandomi alla ferocia animale. Pensatemi come ad un leone: generalmente sta tranquillo nella sua savana almeno fino a quando qualcuno non osa disturbarlo. Il mio blog è la mia savana, fuori da qui conosco le regole della convivenza e le rispetto. Andrò a rileggere La Zona Cieca, praticamente un libro che ci fa riflettere su come gli altri vedano in noi cose che proprio a noi non saltano agli occhi.
La mia non è ferocia, può trattarsi di stanchezza, noia, disillusione, inadeguatezza. Questo capita a chi passa il tempo a porsi troppe domande o a chi cerca un proprio ruolo che non riesce a trovare e nel frattempo si trova a recitarne uno che non gli piace. Inoltre, scommetto che se dicessi le cose in tono più sommesso darei di me un’immagine ben diversa, ma non ci si può snaturare. Sono come sono.
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