Doctum doces

Di solito sto peggio, ma non posso dire di stare meglio, soprattutto se il rospone che ho in gola lo posso sputare solo a metà. Quello che deve accadere, accade. Soprattutto accade quello che non vorresti mai fare accadere. Oggi l'ho fatto. Ho rimosso il mio account da Facebook. Ma che min....ata é mai questo Facebook? A cosa serve? A trovare nuovi amici e a ritrovare quelli perduti. Mai cosa sarebbe più insensata. Gli amici che ho perso li ho persi perché ho voluto perderli e di conseguenza non ne sento la minima mancanza. I nuovi amici é proprio necessario trovarli su Facebook? Niente. Preferisco curare il mio blog che da un pò trascuro visibilmente. E sarebbe il caso di curare, per citare Guccini, "quell'ossessione circolare, fra la volontà ed il non potere".

Ho avuto di nuovo la riprova che quello che dico qui dentro é solo voce di uno che grida nel deserto. Se invece fossi investita di un titolone tipo ing, dott, arch e via a seguire e dicessi emerite cavolate, troverei la stessa gente che mi snobba, ben disposta ad ascoltarmi. Poi, invariabilmente accade un fatto che dimostra che io avevo ragione. Fanno finta di nulla e io evito, oramai, di sottolineare il fatto di averla. E poi, come al solito, vige la legge dei due pesi e delle due misure. C'é chi può e chi non può. Chi lavora e chi fa finta di lavorare. Chi guadagna non lavorando e chi guadagna solo per sopravvivere. Chi si vede spalancare non per merito le porte delle opportunità e chi per parare il sedere altrui deve sempre rimanere seduto sulla solita poltroncina. E' tempo di crisi, anche esistenziale. Qualcuno dovrebbe approfittarne per fare un attento esame di coscienza.

Un giorno saremo tutti uguali di fronte a Dio, peccato che per esserlo dobbiamo prima aspettare di morire, o forse i preti hanno torto pure in questo e quindi devo affrettarmi a prendere una laurea anche se breve... Corro ad iscrivermi, non si sa mai.