(S)Considerazioni


Il mio regno è un castello di sabbia esposto ai venti e alle maree.
Io sono la sovrana del regno delle illusioni. Mi nutro di sogni e il mio animale da compagnia è una chimera.
Mi piace osservare le foglie spazzate dal vento, le onde infrangersi sugli scogli, il volo delle rondini in stormi. Mi piacciono i campi dopo la pioggia e i passerotti sul davanzale della mia finestra durante i giorni assolati d’inverno. Mi nutro di libri e parole. Non digerisco la faciloneria, la sciattezza, la grettezza, la falsità, l’irresponsabilità. Odio il frastuono, la confusione, il chiacchiericcio inutile della gente che si anestetizza di parole per non vedere il vuoto che la circonda.
Detesto l’arroganza e il senso di superiorità, le verità assolute e chi non si mette mai in discussione. Non prego spesso e se lo faccio non uso preghiere infarcite di belle parole, ma inutili. Io prego usando poche parole e con lunghi silenzi. E come tutti gli altri lo faccio quando ne ho bisogno, e come tutti gli altri sono una cristiana ipocrita.
Odio i gruppi ecclesiastici, quelli che usano la scusa della santità di Dio per riunirsi e mangiare la pizza fuori il sabato sera. Non sopporto coloro che si considerano migliori solo perché si sentono più vicini a Dio o che usano Dio per infondere timore. Se il vostro Dio è così cattivo e vendicativo, cosa lo rende differente dal demonio?
Non sopporto l’orgoglio di coloro che vedono nel Papa un valore aggiunto del loro essere italiani. Non concordo con chi i pretende che io riconosca nel Papa la figura di Gesù. Gesù non era ricoperto d’oro, ma indossava solo l’umiltà. Gesù ha cacciato i mercanti dal tempio, ma in chiesa vendono i santini con il listino prezzi.
Io sarei una peccatrice? Sì, lo sono, ma non sono un sepolcro imbiancato. Quello che vedete fuori è uguale a quello che ho dentro, voi altri siete solo ben vestiti e profumati, ma se aprite la bocca odorate del marciume che avete dentro.
Non capisco i medici obiettori di coscienza, quando dovrebbero avere, per esercitare la loro professione, una coscienza laica. Tanto meno sopporto chi obietta in pubblico, ma esercita in privato. Non sopporto la gente a schiena piegata di fronte a tutti i luminari che ingrassano grazie alle malattie altrui, che si fanno strapagare per un consulto da dieci minuti e se non fatturano ti regalano un misero sconto e pretendono pure il grazie.
Non sopporto i circoli elitari, quelli a finto scopo di bene, ma che sono soltanto un modo per mettersi in mostra. Non sopporto i cori russi, la musica finto rock, la new-wave italiana e il free-jazz punk inglese ….eh eh eh !!!
Sto notando che il luogo dove lavoro sta diventando ogni giorno più simile agli uffici dei quali si parla nelle riviste patinate femminili, tipo Cosmopolitan. Ed io che ingenuamente pensavo fossero solo finzioni o realtà di luoghi lontani da questo profondo sud. Tant’è che mi meraviglio ogni giorno della intraprendenza degli ultimi arrivi e della babbionaggine di noi vecchie colonne storiche.
Aveva ragione un mio amico quando mi disse che avevo il potenziale per stare in prima linea, ma altrettanto snob per tentare di starci, perché preferivo fare affidamento sull’intelligenza piuttosto che sulle moine. In effetti è così e me ne pento se pagano sempre, ora ho constatato, quest’ultime.
Vabbé, alla fine mi ritiro dalla battaglia, prendo la scopa da vecchia befana, come oramai sono diventata, e mi rinchiudo in casa a preparare pranzetti e a sonnecchiare davanti al fuocherello con il gatto sul grembo. Lascio siano gli ultimi a divertirsi, organizzare pranzi, feste, incontri, cene, fidanzamenti, tradimenti e tante altre cose per le quali non sono mai stata portata e se lo fossi mai stata, oramai sono troppo vecchia per avere le energie necessarie.

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