Transire suum pectus mundoque potiri


Di fronte a certi geni (basti pensare al titolo del post e quindi ad Archimede) qualcuno che si crede Dio dovrebbe automaticamente ridimensionarsi ad un livello più basso di un protozoo.
Non avrei mai pensato che mi sarebbe piaciuto così tanto dormire. Mi alzo la mattina e con il pensiero sono già a sera, quando, sbrigate tutte le incombenze, vado a letto, mi metto a pancia in giù e leggo fino a quando non crollo. Cosa che accade quasi subito. Leggendo riesco a mettere su OFF il mio malumore, le mie delusioni o le mie rabbie. Dormendo, invece, mi capita spesso di fare dei sogni assurdi: unicorni, mondi fatati, mari in tempesta dove solo io cammino sulle acque (egocentrismo? troppa sicurezza in me stessa?) così mi sveglio fra la delusione e la soddisfazione. La prima perché mi tocca abbandonare queste piacevoli visioni, la seconda perché è come se fossi stata in vacanza.
Grazie a Dio riesco a compensare con queste stupidaggini, sennò mi troverei da un po’ di tempo nel reparto dei dementi calmi (o quasi), perché ultimamente devo trattenermi a forza dal tirare un calcio o un pugno a qualcuno, soprattutto a certa gente arrogante e subdola. Mi riferisco a qualche falso amico, a qualche collega di lavoro e anche a qualche parente.
I parenti ormai li tengo distanti, con gli amici posso accampare scuse per evitare di incontrarli, i colleghi, purtroppo …. bè con quelli mi tocca averci a che fare. Strano che tocchi sempre stare più tempo con la gente che non tolleriamo piuttosto che con quella che amiamo. Certo, io sono un orso, sicuramente snob, sto sempre sulla difensiva, ma di fronte ad un collega che, per usare un eufemismo, è antipatico è difficile mantenere l’autocontrollo. O almeno, ci si riesce fino a quando questo soggetto non usa armi poco corrette e allora si salvi chi può.
Ma perché esiste gente così? Arrogante, prepotente, piena di inutile prosopopea? Mah! Hanno scritto un libro mi pare che dà indicazioni e preziosi suggerimenti su come sopravvivere se il tuo capo è un idiota, poi hanno suggerito, sempre su un altro libro, il metodo antistronzi. Su questo soggetto ne dovrebbero scriverne un altro o forse sarebbe meglio mandarlo al confinio, come si faceva qualche tempo fa?
Sinceramente vorrei andarci io al confinio … Come dice la Mondaini: Che noia, che barba … sempre io e te, tu ed io … Infatti. Sempre le solite cose.
1) La sagra del cioccolato, o chocco-BLOCCO-barocco con annessi: giornalisti ciuchi e lecca piedi, comunicati stampa faziosi, comunicati stampa contro i comunicati stampa faziosi, le pubblicità locali penose, i soliti discorsi da bar, i soliti saluti agli amici e parenti lontani via TV;
2) Operatori turistici che spacciano il nulla per arte e calpestano la vera arte con i piedi;
3) Conferenze stampa con i soliti relatori egocentrici e spettatori in catalessi, ma bisogna apparire … quindi …
4) E poi ci sono i soliti che elemosinano un confronto in nome di una democrazia che non esiste. Ho smesso di partecipare alle riunioni di un coordinamento del quale faccio parte perché senso non ne ha. E comunque non mi interessa lavare i panni sporchi in famiglia, come un membro di questo coordinamento vorrebbe fare. Per prima cosa non è una famiglia, perché la famiglia è si paragonabile alle dita di una mano, ogni dito diverso dall’altro, ma tutte le dita sono importanti allo stesso modo. Questo gruppo non lo é. Intanto perché molti che stanno ai vertici vedono i sottoposti come fumo negli occhi e poi perché se tutti dovessero dire la propria, hai voglia prima di trovare una soluzione.
I confronti purtroppo in queste occasioni si rivelano sterili, perché nessuno abbandona la propria idea non dico per sposare, ma almeno cercare di capire quelle degli altri. Molti di idee non ne hanno per niente. Altri ancora si divertono soltanto a fare le prime donne. Hanno chiuso il Bagaglino, quando queste prime donne faranno ritorno a casa? Nell’attesa che ciò avvenga (temo mai) io cerco di tenere puliti i panni miei. E basta.
Ieri ho visto in una TV locale, il “giovine autore” che presentava un’opera letteraria che se non l’avesse scritta, nessuno si sarebbe perso niente. E comunque bastava già Moccia a rompere le scatole. Magari adottiamo il palo con i lucchetti che un prete non ha più voluto di fronte la chiesa e siamo a posto.
Una storia che parla d’amore …. Proprio ci mancava. Perché è proprio originale parlare d’amore. Insomma di cosa potrà mai parlare mai un romanzo se non d’amore, di estate, di sole, di caldo che obnubila le menti dei giovani dagli ormoni in ribellione. E poi la spiaggia di Sampieri, con la vecchia fornace bruciata all’orizzonte, in rovina e maledettamente misteriosa …. ci manca solo la canzone di Baglioni per farsi venire un attacco di glicemia.
Ora non è che devo per forza criticare sempre tutto, ma quello che intendono spacciare per arte, per sogni che si realizzano se ci si crede veramente, verità non é. Non è nemmeno cultura popolare, non reca con sé l’allegria della tarantella, non accomuna, non allieta. E’ solo carta, sono solo parole che se riescono a rappresentare qualcosa, rappresentano solo le afasie intellettuali di oggi. Se questa è cultura sono felice di passare per una illetterata.
Che noia vivere in una città dove si va avanti solo se si è capaci di fare i salamelecchi o se si può vantare nell’albero genealogico qualche nome glorioso. Manca il vero fermento, lo spazio per chi merita. Manca una vetrina dove poter mostrare, se si vuole, quello che si sa fare. Sono stanca dei fighetti firmati e anche di coloro che per spacciarsi come alternativi sembrano straccioni. Voglio un mondo senza etichette, vorrei meno gente che finge di essere quello che non é. Sarebbe bello riuscire a confrontarsi perché si ha voglia di dialogo e non solo per avere l’occasione di autocelebrarsi per il piacere di parlarsi addosso.
Ora vado a casa. Mi chiudo la porta alle spalle e faccio finta che la gente non esista. Come si fa con le zanzare e le mosche: si chiudono fuori. Il problema e che prima o poi mi tocca uscire e allora ricomincia il circo.

Commenti

  1. l'analisi è perfetta! in attesa della sintesi . . .

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  2. la sintesi evidentemente non c'è, perchè implicherebbe, oltre allo sforzo critico-emorroidale, anche quello propositivo cervellotico con il rischio di venir criticati per quello che si FA.

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