Mete interiori e non


Tipica giornata estiva: caldo, pressione a zero, sonnolenza e inconsistenti voglie di cambiamenti.

Mi piacerebbe trovare del tempo da dedicare a cose sciocche. Creare una collanina di pietre finte, decorare un mobile, dipingermi le unghie e invece corro dalla mattina alla sera.

Con questo caldo, però, correre è molto più difficile. E’ iniziata la mia odissea che si protrarrà fino a Settembre, se sono fortunata.

Questo è l’anno della Cornovaglia! Doveva essere l’anno della Bretagna, ma non è stato possibile. Mi piacerebbe poter scrivere, come fanno tanti, che ho deciso di prendermi un anno sabbatico e di viaggiare nei luoghi dei miei sogni. Purtroppo non sono così fortunata e devo essere una perfetta ragioniera nell’organizzazione del viaggio di modo che non sprechi nemmeno un singolo centesimo.

La Cornovaglia era la mia seconda tappa, ma non è da meno della Bretagna. Anche lì ci sono bei fari, bellissime scogliere, c’è il museo delle streghe, ci sono i dolmen e i menhir, fa fresco pure in estate e il cielo è quasi sempre indaco come piace a me. Ci sono piccoli paesi di pescatori, strade nei boschi. Insomma, potrei mai lamentarmi? Quello che mi dispiace è che ho solo pochi giorni a disposizione, ma spero di godermeli intensamente.

Così sto contando i giorni che mi separano dalla partenza. Ogni tanto mi fermo a fantasticare. Se solo si presentasse la possibilità di rimanere! Cambiare aria, vita, luoghi, clima, gente.

Il lavoro sta risucchiando ogni mia energia, la gestione della casa non è da meno. Mi affanno allo scopo di riuscire a fare tutto in tempo e bene, poi mi accorgo di lasciare in giro numerose cose imperfette. Allora mi capita di fermarmi sconsolata e di osservare il mondo attorno. Mi ricordo che bisogna vivere e io mi scordo di farlo. La gente muore, in un attimo. Prima c’è e in un secondo scompare. Dovrei pensare che anche a me potrebbe capitare e non avrei vissuto. Dovrei affannarmi meno per le cose stupide e vivere di più. Uscire, incontrare gente, essere meno chiusa nei miei programmi, nelle mie liste di pro e di contro, nelle mie letture, nei miei preconcetti. Dovrei imparare a tollerare meglio la gente, anche quella che non mi piace. Soprattutto quella.

Aspetto ancora di diventare Manager. Mi era stato comunicato e io ci ho riso su tutta la serata. Manager di cosa? Di chi soprattutto? Io dovrei coordinare me stessa. E’ una cosa surreale. Intanto vedo che gli ultimi stanno diventando i primi e i primi siamo fermi al blocco di partenza. A furia di pompare i motori in attesa dello scatto iniziale, finiremo per fonderli.

Ad essere sincera non mi interessa più di tanto Arrivare. Non vedo più così necessaria la meta da raggiungere. Sto cercando un altro tipo di equilibrio e ho capito che non è l’affermarsi professionalmente che me lo può dare, o almeno, non a è a furia di rospi da inghiottire che si realizza l’obiettivo. Bisogna metterci l’impegno nelle cose che si fa, ma ammazzarsi proprio no, non ne vale e non ne è mai valsa la pena.

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