A volte non é facile, credere alle favole

La mia pausa pranzo non la passo a mangiare, ma a riflettere. Rifletto sulle mie azioni e su quelle degli altri. Non riesco a trovare giustificazioni ad entrambe. Cito Pavese: “Quando scrivo sono normale, equilibrato, sereno” e questo vale anche per me. Quando prendo carta e penna e butto giù le cose che penso o che sento sto veramente bene, meglio di come potrei sentirmi se le dicessi a voce alta. Vomito tutto quello che mi corrode l’anima. Sempre per citare Pavese: Soffrire non serve a niente! … però nessuno ne è immune, dico io.

Continuano i miei giorni da ignorata. Ci si incontra e scontra in corridoio, si evita appositamente di guardarmi negli occhi, si farfugliano dei saluti dandosela a gambe levate. Fino a quando non verrà partorita qualche stramba idea, non salterà in mente qualche scusa alla quale non crederò e tutto ricomincerà come prima. E invece no! Stavolta non farò finta di credere a quello che mi si dice. Questa volta se proprio non potrò mettere i miei puntini sulle i, eviterò con tutte le mie forze di essere diplomatica.

L’idea che le cose possano migliorare non mi sfiora neppure, il mio sogno resta la fuga. Da piccola cantavo la canzone di Cenerentola …. Non disperare del presente, ma credi fermamente e il sogno realtà diverrà. Si, si. Già da piccola me ne fregavo del principe azzurro, era ad un futuro brillante che aspiravo. Invece, mi sa che la fata madrina e smemorina avrà dimenticato di segnare il mio indirizzo. Però, tanto smemorina la fata non é. Mi sa che è una grandissima paracula. Ha preferito investire della sua magia qualche altra personcina che è diventata la regina del castello. L’addetta alle lunghe pause, al chiacchiericcio, al “mi annoio, lo faccio domani”. Quella tipica persona che quando cammina si circonda di un’aurea dorata e spende e spande sorrisi per tutti perché sta sul pulpito senza aver nemmeno fatto la fatica di salirci. Ce l’hanno calata dritta, dritta e bella imbragata, con tutte le accortezze suggerite dalla leggi sulla sicurezza.

Dai, nel castello almeno nove persone su dieci la farebbero precipitare giù, ma tenersi questa personcina come amica serve a indorarsi, in misura minore, ma si fa la propria bella figura.

A me il dorato non sta poi nemmeno male, si sposa bene con la carnagione e il colore dei capelli, ma sinceramente preferisco indossare il solito saio monacale ed un bel paio di sandali con zeppa, tanto per allungare di qualche centimetro le mie dritte gambe da gazzella. Queste la personcina non le ha. Sigh!!!



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