Buone Vacanze

I programmatori si credono delle creature privilegiate. La coppia più bella del mondo, per loro, non è quella cantata da Celentano e Claudia Mori. La coppia più bella del mondo è quella composta da Hardware e Software. Spendono il tempo a leggere riviste di informatica e quando non lavorano passano il tempo libero con i videogiochi. Si sentono realizzati soltanto se posseggono gli ultimi gingilli di elettronica, anche se l’ultimo ritrovato di tecnologia costa un occhio della testa lo comprano. Peccato che passati solo tre mesi, questo gioiello valga meno di due centesimi. Loro pensano che un giorno cambieranno il mondo perché il mondo sarà governato dalla robotica. Leggono solo libri di fantascienza e le loro barzellette fanno ridere quanto quelle che si raccontano gli avvocati nei film americani.
In un’azienda informatica, ovviamente e forse a ragione, i programmatori sono una classe privilegiata, ma osservandoli ogni giorno l’annosa questione del “ma che ci faccio io qui” non trova risposta. Ho sbagliato studi, ho sbagliato pure lavoro e invece in giro (ma anche qui dentro) vedo gente che svolge i mestieri più disparati e anche fra i più redditizi.
Gli ultimi acquisti io non li avrei fatti. Mi chiedo con quale misura abbiano misurato. Non trovo la qualità, la professionalità, il decoro, la serietà necessari. Andrebbe tutto bene se questa fosse una discoteca, ma una discoteca non é. Ora va di moda l’esotico. Oddio, che parolona. Per noi gente provinciale è esotico colui che ha avuto la possibilità non tanto di viaggiare ma di fare l’università all’estero e per estero non intendo un paese diverso, intendo il Nord Italia. Oramai le capacità non si esprimono nel lavoro, ma nel sapere fare vita di corridoio e di pausa caffè. Mettersi in mostra, cosa che non sono mai stata capace di fare nemmeno quando ero la prima della classe, è diventata l’attività principale. Però mettersi in mostra implica non avere buone idee lavorative, ma solo idee su dove andare dopo il lavoro.
Forse è questo diventare anziani? No, non penso proprio. Fuori di qui potete trovarmi a giocare a palla in una spiaggia, a divertirmi con le piste e le automobiline, a frequentare anche un locale alla moda, ma qui bisogna lavorare. Peccato lo facciano veramente in pochi. Le uniche persone brillanti, ormai, qui dentro, sembrano essere solo quelle che mettono i lustrini anche alle nove di mattina.
Mi chiedo se qualcuno si sia accorto già dell’enorme sbaglio che stanno compiendo. Alla fine non è un problema mio. Fra poco meno di un’ora inizieranno le mie vacanze. Quando tornerò nulla sarà cambiato, ma io, se tornerò, avrò coronato un altro sogno, perché per quanto arduo sia stato, sembra si sia realizzato da solo. Eccone un altro dopo il faro e chissà che un giorno la mia casa in Bretagna non diventi realtà.

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