E intanto alla radio la speaker augura giorni di sole

Che tristezza! Lo studio dovrebbe allargare le menti, aprire le porte della conoscenza, rendere più aperti ai cambiamenti e invece sviluppa solo l’indole del super-io. Ci si sente migliori solo perché si ha qualche anno di studi in più sulle spalle e non si compie il minimo sforzo per migliorare sé stessi come Persone.
Ancora più tristezza mi fanno quei ragazzi cresciuti nella bambagia che non hanno occupazioni migliori se non organizzare le cene e gli aperitivi del dopo lavoro, parlare di cose frivole e non si fermano mai a chiedersi se esista gente che non ha avuto le medesime fortune o se esista gente che magari proprio non ci poteva arrivare al loro livello per carenze economiche oppure intellettive. Proprio ieri mi sono sentita ferita quando ho ascoltato i commenti diretti ad alcuni manovali intenti a montare un ponteggio: “Guarda quel panzone, come è arrampicato … oh piove, fa niente tanto ci sono abituati e poi guadagnano più noi che abbiamo studiato tanti anni”. Mi sono vergognata per loro, come se quelle stupide frasi le avessi dette io. Ma perché si comportano in questo modo? Perché non capiscono che tutti siamo uguali che gli imbecilli li trovi in qualunque categoria così come trovi ovunque le persone che vale la pena conoscere.
Ogni giorno, per più di otto ore, chiusa in questa stanza, mi tocca ascoltare questo genere di commenti o le ultime notizie di cronache rosa sulla bella della comitiva che non sa cosa significhi ricevere dei no, salvo poi avere più corna in testa di un alce. Mi tocca e io non vorrei, sarebbe meglio che durante le pause regnasse un sovrano silenzio. Invece più che alzarmi e andare in bagno più volte del necessario non ho altra alternativa. Ci sono i momenti giusti per ridere e scherzare, ma non si può ridere e scherzare in ogni momento. Anche stamattina, durante la mia seduta al solone di bellezza (trasfusione di ferro e vitamine, sigh!) mi sono accorta quanto conti la casta, come si cambia atteggiamento se a donare il sangue è il figlio del collega o il figlio di chissà chi. Ho notato come sono diversi i cerimoniali di accoglienza, i sorrisi non vengono lesinati.
Oggi pomeriggio, invece, durante una mini, mini riunione mi sono accorta quanto la verità non serva e quanto è necessario per sopravvivere indossare la maschera delle convenienze. Io ancora non ci riesco e ci resto male ogni volta. Spesso mi chiedo se veramente non debba fare un atto di coraggio o di pazzia e mollare tutto, se questo mio gesto non venga magari premiato con un’opportunità migliore o per lo meno diversa! Avrei potuto metterli a tacere con una sola frase e invece ho scelto di nuovo il silenzio perché proprio non ce la faccio più, perché tutto oramai mi è indigesto. A che serve trasformarsi in paladino della giustizia e della verità. Non serve a chi dalle convenienze trae vantaggio e a me serve solo a stare in pace con me stessa, ma è con il resto del mondo che devo confrontarmi.
Se solo potessi definitivamente isolarmi da tutti forse potrei vivere in pace. Non penso sia necessario instaurare delle relazioni, ogni uomo basta a sé stesso, a cosa serve stare in mezzo agli estranei se non a sentirsi ancora più soli.
Lo avranno capito oggi cosa significava il mio silenzio? Avranno capito che era voluto? Sicuramente non se lo sono neppure chiesto e parlare e tacere a questo punto hanno lo stesso valore. Io non voglio avere milioni di falsi amici attorno, preferisco stare da sola con i miei libri, anzi vorrei avere più tempo per loro e l’idea che ci sarà sempre qualche libro che dovrei leggere, ma che non riuscirò a farlo prima di abbandonare questa vita terrena mi mette tristezza.
Anche oggi alla radio la speaker ci augurava ancora tanti giorni di sole e di caldo, di spiagge e mare. Ma perché mi chiedo? Perché tutto deve essere colorato, assolato, caldo e caotico? Perché non si può trovare la propria dimensione in un contesto diverso da quello abusato del sole, cuore e amore? Che vadano al diavolo la speaker, le canzoncine estive da centri commerciali. Che vadano al diavolo tutti coloro che credono di vivere solo perché si sentono soddisfatti davanti ad un aperitivo sciapo e carissimo sorseggiato in uno chalet sulla spiaggia sotto un sole da 40° all’ombra.
Dimenticavo! Ho definitivamente abbandonato facebook. La mia indagine di mercato è finita, ho avuto le prove dei miei sospetti, quindi abbandono la bolgia e mi ritiro di nuovo nel mio faro.

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