Il tempo che passa
Poi li mollerei agli amici imborghesiti. Quelli che “siccome oramai siamo insegnanti, frequentiamo solo gli insegnanti” e parlano solo di supplenze, cattedre, snals e sindacati.
Mollerei cazzotti anche a coloro che non imparano mai. Sbatti il muso? Impari la lezione. E invece NO, compi nuovamente lo stesso identico sbaglio. A questo punto, o si è masochisti o si è idioti.
E poi, mollerei un bel calcio nel sedere a me stessa, perché nonostante i sospetti ormai siano diventati elefantiache prove, ancora non mi do per vinta e lotto contro titani sordi e capoccioni.
Chissà cosa si prova a vivere una vita facile e spensierata! Arrivati a questo punto credo che dovrò gettarla la chiave del cassetto che custodisce i sogni incompiuti. Arrivati alla mia età i passi fatti sono di sicuro più lunghi di quelli da compiere e se ho perso gli anni della spensieratezza, corro il rischio di perdere questi che mi restano a furia di andare con il pensiero al passato e a quello che non fu.
Eh sì. La malinconia dell’autunno che si avvicina! Le giornate più corte, il cielo che cambia colore ed io che sono sempre di umore più nero. La mia anima è un Calimero che non diventerà mai bianco.
Sarà per questo che ho la fissa delle pulizie? Sgrasso, pulisco, spolvero perché è quello che vorrei fare della mia vita? Non mi resta che sperare nell’assurdo. In un potere magico a me ancora sconosciuto, non ancora rivelato. Una strega del 2000, con un corvo nero, un gufo panciuto e una scopa che serva pure a volare via, quando non se ne può più.
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