Riflessioni

Lei vorrebbe pattinare in un tiepido pomeriggio autunnale. Dopo, stanca e soddisfatta, bere un tè bollente e concludere il dopo cena con una passeggiata per la città illuminata. Perché quando la sera la città è illuminata sembra sempre Natale.
Lei desidera del tempo per sognare ad occhi aperti, per sprecare interi giorni inseguendo la fantasia. Vorrebbe leggere i libri che non riuscirà a leggere mai, cucinare torte che non mangerà o lo farà appena. Si è accorta che il tempo a disposizione è sempre poco, anche se potrebbe essere infinito, perché non sa quando e come andrà via da questo mondo. Perché si è accorta che nessuna cosa vale quanto un attimo veramente vissuto.
Lei vorrebbe tornare a vedere l’oceano, ma senza fretta, senza scadenze e decidere se e quando fare ritorno a casa. Ma la casa per lei non è possedere un cilindro di mattoni, è il luogo dove trova la sua vera dimensione.
Lei, è facile capirlo sono io, ma oggi, durante la mia cura di bellezza mi sono messa a pensare a me in terza persona. Tanto per essere più obiettiva. E mi sono trovata noiosa sia che a parlare sia io in prima persona o che lo faccia in terza. Forse inizio a sperimentare il plurale. Parlerò come i re e come i papi.
Magari domani, quando poggerò il mio sovrano sedere sulla poltroncina pronta a ricevere il miracoloso siero che dovrebbe farmi reggere in piedi potrò lamentarmi, parlando in prima persona plurale, del fatto che il luogo indove dovrei essere risanata permette che a lavorarci ci siano dei tossicodipendenti o ex tali. Mi spiego meglio. Non ho nulla contro i tossicodipendenti, ma mi chiedo cosa ci faccia uno di loro a lavorare in un luogo come questo. Le battute si sprecherebbero e siccome odio i luoghi comuni e le frasi fatte eviterò di citarle. Oddio, mi scappano ... é come se Dracula lavorasse alla banca del sangue; costui avrà dimestichezza con gli aghi o svolge compiti da tappaBUCHI. Chiedo scusa. Mi vergogno di me stessa.
A volte è difficile mantenere l’autocontrollo e finché non lo mantengo per queste facezie sono salva. A lungo sbracherò.

Commenti

  1. scusa la mia insolenza...ma non mi pare ci sia peggior ironia che quella sul buco nero...peccato ti sia perduta nello scandalizzarsi per un ex tox che lavora (spero bene)in una struttura pubblica.Peccato che la tua ricorrente poesia si perda in discorsi da Lega Padana...razzismo buono???

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari