Lettera

Non scriverò più di me, ma di te posso scrivere. Non saranno belle parole, ma ti assicuro che escono dal cuore. Tutte quante. Io penso tu sia una nullità. Non vali niente, non hai nulla da dire e come tutti quelli che sanno di non valere una lira bucata, ami circondarti di fumo e inconsistenza, di titoli e paroloni imparati con fatica a memoria.
Se si fosse trattato di una storia d’amore non avrei avuto problemi sia perché uno come te non lo avrei minimamente calcolato, sia perché, nel contesto delle storie d’amore, quelle vere, il potere non ha valore e tu scendi al livello di tutti gli altri o forse anche più giù. Perché, diciamoci la verità, non sei bello, non sei intelligente, non hai carisma, non sai parlare, non lasci il segno.
Si, è vero, un po’ sono delusa. Quando dicevi che tenevi a me perché valevo tanto, non ci credevo molto, ma un pochino l’ho sperato. Ora non più. Io non ti guardo più negli occhi perché quello che mi offende, danneggia o disturba preferisco evitarlo. Tu non riesci a guardarmi negli occhi perché sei debole e pure vile. Del resto non hai argomenti a tua discolpa e sai che il prendere tempo usando frasi ad effetto e belle parole su di me non funziona. Te l’ho detto apertamente e pure scritto.
Sinceramente, l’unica cosa che cambierei, se solo potessi, sarebbe l’aria. Luoghi, spazi e facce diverse. Magari altrettanto fasulli, ma grazie a te ho imparato a mettere sempre le mani avanti prima di espormi. Essere diffidente, invece, fa parte della mia natura maligna che ringrazio immensamente.
Ho passato interi fine settimana a cercare di capire cosa c’era di sbagliato in quello che facevo fino ad arrivare alla conclusione che di sbagliato non c’è nulla ed io vado benissimo così. Ho capito il piano, però.
Quello che mi fa sorridere è sapere che tanto anche questo piano non andrà bene perché come tutti i precedenti iniziano e poi si smarriscono per strada. Non hai un grande senso dell’orientamento e se ti regalassi una bussola penso non saresti nemmeno capace di leggerla.
Tu pensi che tutto abbia un prezzo e tutti possono permettersi di pagarlo. E tutto il tuo mondo orbita attorno a questo pensiero. Se avessi più fede ringrazierei Dio per non avermi fatta così, invece preferisco congratularmi con me stessa per non cedere all’invidia.
Magari nel torto ci sono io, forse tu agisci secondo coscienza. Non so, non mi è dato sapere. Già hai avuto modo di capire come ci si sente quando il dio denaro e le buone conoscenze non possono aiutarti ad avere quello al quale veramente tieni. Evidentemente non hai imparato dall’esperienza. Su questo sei in buona compagnia. Anche io sbaglio di continuo e ritorno spesso sui miei errori.
Con questa mia missiva che non avrà risposta, e comunque non sarà mai spedita, finisce ogni mio astio, aspettativa, qualsivoglia intenzione nei tuoi confronti. Diciamo che per me sei meno che morto, direi mai esistito. Come ho scritto prima, difficilmente imparo dalle cattive esperienze, ma le ricordo una per una. Però, quando mi sfiora il nulla non me ne accorgo nemmeno. Come mai potrei?

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