Ritorni
Un colpo di pistola! Una coltellata! Oppure sparatemi una pugnalata! Che non senta dolore, che tutto sia immediato e che la recita sia finita!
Ancora qui a sentire cavolate, a stare a stretto contatto con gente del cavolo, a fare le cose a testa di cavolo? Il cavolo mi è pure indigesto.
So che vado presa con le molle, che mordo spesso e se non lo faccio abbaio. Però, (c’è sempre un però nei discorsi) non affondo mai i denti quanto vorrei. Non ho ancora sbranato nessuno. Ancora. Anche perché penso allo schifo che proverei nel trovare della carne molliccia e untuosa sotto i denti. Bleah. Io, quasi una vegetariana, mordere? Mai. Semmai, tagliuzzare, troncare, spezzare, sminuzzare, frullare, staccare … Esagero, lo so, ma mica tanto. Datemi una tronchesi maxi e vedrete. Sarei più sanguinaria di Leatherface. Avete presente Non aprite quella porta?
Se potessi dare retta all’istinto e non ascoltare la ragione, magari non ucciderei nessuno, ma non terrei a freno la lingua. La sto tenendo a freno pure sul blog e, alla fine, non dovrei, visto che questo è il mio spazio e se non reco danno a nessuno posso scrivere quello che voglio.
Quindi ho deciso che ricomincerò a scrivere quello che penso e scriverò molto meno su come mi sento. Da domani.
Chiudo il mio post con una poesia di Manzoni: Autoritratto. La faccio mia, a parte le poche parole sulle dimensioni del naso. Eh, eh !!!
Capel bruno: alta fronte: occhio loquace:
naso non grande e non soverchio umile:
tonda la gota e di color vivace:
stretto labbro e vermiglio: e bocca esile:
lingua or spedita or tarda, e non mai vile,
che il ver favella apertamente, o tace.
Giovin d'anni e di senno; non audace:
duro di modi, ma di cor gentile.
La gloria amo e le selve e il biondo iddio:
spregio, non odio mai: m'attristo spesso:
buono al buon, buono al tristo, a me sol rio.
A l'ira presto, e più presto al perdono:
poco noto ad altrui, poco a me stesso:
gli uomini e gli anni mi diran chi sono.
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