Cambio di direzione

E cosa dovrei fare io, povero, piccolo essere di fronte all’assurdità umana? Nulla. Una formica può spostare una montagna?
Ora ho capito il significato della frase: “Prendere le cose con filosofia”. Soffriamo, ci arrabbiamo, restiamo delusi e permettiamo che gli altri ci facciano del male perché pensiamo che tutto sia immutabile. Invece così non é. Ultimamente ho sentito dire di tanta gente che ha lasciato questo mondo e di qualcuno a me un po’ più vicino che si sta preparando a farlo. Mi sono messa al suo posto e ho capito che vivevo pensando di non dover morire mai.
Se capitasse a me, come reagirei? Non so. Difficile essere sicurii di come certe cose possano portati ad agire. Penso che vorrei vivere fino all’ultimo pensando di non dover morire, ma poi non avrei il tempo per mettere ordine dentro i cassetti per poi chiuderli definitivamente. Diciamo che inizierei a rivedere le mie priorità.
Di fronto a questa persona che finge di non sapere che dovrà andare via mi sento piccola. La sua bocca dice parole alle quali nemmeno lui crede, ma i suoi occhi esprimono tutta la paura che prova. Niente è sicuro in questo mondo. Potrebbe accadere di tutto. Potrei esserei io ad andare via prima di lui, ma il non sapere quando sarà porta a comportarci come se non si dovesse morire mai. E da qui nasce tutta l’infelicità umana.
Ecco perché mi piace la filosofia. Ti dà una chiave di lettura diversa delle cose. Non è come la religione che ti parla solo di misteri ai quali dobbiamo sottometterci per fede. La filosofia apre la mente e pure i cuori e ti porta a svelarli i misteri e spesso ad accettare le cose immutabili.
Però non ho voglia di intristirmi ancora parlando della mia fine e della fine altrui. Tanto tutti, prima o poi, avremo, per dirla come Guccini, due metri di terreno ed un angelo che spezza le catene.
Quindi, per il tempo che mi resta ho deciso di vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo. Non voglio di certo essere scialacquona come la cicala. Io mi riferisco ai sentimenti, agli affetti. Bisogna curarli ogni giorno. Così tutto il resto è passato da solo in secondo, se non in terzo, piano.
Se adesso sorrido di fronte alla miseria umana non è perché mi sento superiore ( e mi sentivo tale, lo ammetto). Sorrido perché ho cambiato la mia visione delle cose. E finalmente mi sento leggera.
Se poi qualcuno si aspetta che mi metterò a parlare delle miserie lavorative, posso assicurare che non lo farò mai più.
Appunto perché sono miserie. E’ miseria vedere il collega promosso in titoli e netto in busta paga solo perché qualcuno ha elargito un favore all’azienda chiedendo questo in contraccambio. E’ ancora più miseria vedere i colleghi baciati dal padrone comportarsi da fannulloni e da arroganti. Miseria è vedere che il tempo e l’impegno non pagano. Miseria è il non sapere affrontare le questioni, avere paura di prendere posizione. Miseria è pensare di sapersi comportare da grandi quando invece si è proprio piccoli dentro. Miseria è perpetrare le solite abominevoli azioni. Miseria è tante cose, ma di questa miseria lavorativa non mi importa più. Tanto la incontrerei altrove. La gente non cambia e non vuole cambiare. Pensa che questo sia il modo giusto d’agire. E se non cambi le coscienze degli uomini non cambi di certo il mondo.
Non potendo cambiare il mondo ho deciso di cambiare la mia piccola isola rendendola un pochino più felice e se non felice, almeno più serena. E questo è già tanto.
Se poi ci si aspetta ancora che tiri fuori il mio sarcasmo, botta di cinismo, parole di fuoco. Quelle arriverenno di certo. Non sono una suora, non devo diventare santa. E poi per diventare santa dovrei morire e quando accadrà spero di andare all’inferno. Ho letto che si fanno tante feste. Potrei inziare ad andarci, io che in vita non ci sono andata mai, potrei inziare a farlo da morta. Se poi inventassero un inferno dove fa freddo sarei disposta a comportarmi ancora peggio.

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