Voglia di pennichella


Ieri, bella giornata di primavera, ho fatto un giro in auto. Sono stata al mare e poi in centro. Ferma, in fila, in attesa che il traffico snellisse, attraversa la strada il capo dei capi. Praticamente il mio capo. Ha fatto appositamente finta di non vedermi, chissà poi perché visto che ero pure in auto quindi non ci sarebbero stati contatti fisici – da molliccia stretta di mano quale lui è abituato- Mi sono messa ad osservarlo e, a parte la sua solita aria stralunata, per cercare un appiglio che gli permettesse di ignorarmi, si è messo a fissare prima il cielo e poi la vetrina di Compro e Vendo Oro. Non che ci sia molto da guardare in quella vetrina dato che si tratta di un vetro senza nessuna esposizione con questa scritta dorata sopra. Si è dimostrato interessato e l’ha osservata tanto intensamente che oggi, se lo vedrò, quasi, quasi gli chiedo di darmi l’orario di apertura e di chiusura del negozio.
Era davvero patetico, con il filoncino di pane in mano, si aggirava stile anima in pena per evitare di attraversare. Poi, magari avrà attinto a tutto il suo coraggio da Don Chisciotte, si è avviato versò l’altro marciapiede con quel suo filone in mano che assomigliava tanto al suo naso alzato in su per evitare di guardarmi.
Guardava il cielo lui, con la sua testa ciondolante. Strano che cerci un santo in paradiso visto che ne ha tanti qui in terra che gli vengono in aiuto. Boh!
Stavolta non ci sono rimasta male, anzi ho pure suonato leggermente il clacson tanto perché ero scocciata di stare in fila e non per scuoterlo un pochino dal suo torpore da marmotta in letargo.
E’ vero, bisogna osservare tutto con un’ottica diversa e quello che è brutto può apparire, se non bello, almeno buffo. Come mi è apparso lui ieri mattina.
Oggi ho i capogiri. Colpa della dieta? Perché io sto sì seguendo i consigli del gastroenterologo, ma sto pure tralasciando di nutrirmi. Vediamo quanto resisto prima di stramazzare al suolo. Oggi, per esempio, mi è venuta voglia di fare una pennichella. Io odio dormire il pomeriggio, ma oggi mi piacerebbe dormicchiare per poi alzarmi, stiracchiarmi, fare un bel bagno e poi bere un tea in attesa che venga la sera.
No, non è colpa dell’ora legale. Sono io una vera pezza. Penso male, scrivo male, lavoro peggio. Chissà poi perché, quando non ha voglia o forza per ascoltare la gente, ti capitano tutti quelli con cui anche un santo si strapperebbe l’aureola dalla testa per calpestarla con i piedi. Oggi ne ho beccato uno che parlava allungando le vocali: “Scuuuuuuuuuuuuuuuuusiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, sooooooooooooooooonoooooooooooo un uteeeeeeeeeeenteeeeeeeeeeeee numeeeeeeeeeeeeeeeeerooooooooooooo …..” .
In compenso ho in stanza con me una collega schizzata che dice cinquanta parole al secondo e quando deve fare una pausa usa il mugolio tipo mmmmmmmmmmmmmhhhhhhhhhhhhhhhhhh ehmmmmmmmm. Per non dire delle cose che dice e che fa. Ma io dico, con tanta gente normale, non dico geniale, che cerca lavoro, proprio quelli più strani andiamo ad assumere? Sarà vero che il mondo è bello perché è vario, ma è questo non è più un ufficio, è un manicomio.

Commenti

Post più popolari