Appelli da Evitare. Più della Peste.

Anche io, oggi, voglio fare un appello. Ho visto che va di moda. Vorrei appellarmi a tutti gli “appellatori”. Che la finissero, una volta per tutte, di fare gli appelli. Mi rivolgo ai politici che si appellano ai cittadini invitandoli a tirare la cinghia. Che la tirassero loro, magari attorno al proprio collo, ben stretta. Per colpa loro mi tocca pormi delle domande qualunquiste: Se l’Italia si sta riprendendo e sta uscendo dalla crisi, perché c’è la disoccupazione? Se non è vero che i politici pensano solo ai loro interessi, come mai non danno il buon esempio iniziando a rinunciare a tutti i privilegi che hanno? Se l’opposizione ha grandi progetti ed è vicina alla gente, come mai sembra confinata in una grotta buia come il demone scacciato da Gesù? Se tutti siamo uguali e abbiamo diritto agli stessi privilegi, perché chi aveva adesso ha di più e chi aveva poco, adesso non ha più niente? Perché quando compro un settimanale, frivolo o meno che sia, mi imbatto in quell’avvizzito di Carlo Rosella che mi racconta di feste mondane, bei vestiti, signore bene (ma non di certo brave) e delle cravatte di quegli asini dei loro compagni?
Un particolare appello lo vorrei fare a Lino Banfi. Che la signora Antonelli viva con 510 Euro al mese non mi scalfisce minimamente. Tanta gente vive con meno o addirittura con quasi niente.
Se la signora ha rappresentato un pezzo di storia del cinema italiano non ha importanza. Dovremmo garantire una dignitosa vecchiaia ad ognuno. Già immagino la mia, a come sarà misera e a quella di tutti gli impiegati da 800/1000 euro al mese come me. Per non parlare di chi non guadagna nemmeno questo.
Che la signora sia stata rappresentante di un pezzo di storia del cinema, avrei i miei dubbi. Diciamo che finché la signora aveva gli attributi giusti lavorava, poi nulla e questo mi fa pensare a quanto brava sia stata. Perché attrici belle come lei, anche se adesso anziane, vedi Virna Lisi, lavorano e vivono dignitosamente?
Perché poi, lei, avrebbe più diritto a vivere bene rispetto ad una donna delle pulizie, ad una badante, ad una donna che lavora in ufficio e in casa, ad una pittrice o ad una semplice casalinga? Solo perché ha avuto il merito di rallegrare i sogni erotici di molti italiani?. O perché ha imparato a parlare barese? Oppure perché ha tentato di tenersi stretta la sua bellezza cosciente del fatto che solo su questo poteva fare affidamento?
Forse oggi mi sono svegliata con la luna storta, ma queste cose non mi vanno giù. Mi fa rabbia il poliziotto che pensa sia più grave l’omicidio di un altro poliziotto e non quello di una persona qualsiasi e lo va a dire e si trasforma in vendicatore solitario; l’attore che difende la propria casta pensando che meriti qualcosa in più. Non mi piace l’idea del gruppo e non dell’interesse comune. Mi arrabbio quando leggo un articolo sulla storica partita italia – germania che ha segnato la storia. Uno schiaffo morale alla germania che ci ha sempre considerato robaccia! Ma lo schiaffo morale va dato a suon di pallonate e reti e cross e punizioni? Non penso. L’italia sa misurare tutto con il pallone.
Se siamo bravi lì, siamo bravi in tutto. Fesserie. E sinceramente dei festeggiamenti del due giugno, fatti di rappresentanze politiche che rappresentano male già sé stessi, sminuendo ancora di più quel pallido patriottismo che pochi italiani ancora riescono ad avere, non me ne può fregare di meno. Non si cambia perché proprio non ne siamo capaci. Come volere imparare a volare senza deltaplani o aerei o ali di cera, ma solo usando braccia e gambe. Siamo perdenti, siamo destinati a perdere perché siamo mediocri. Io sono mediocre e mediocre lo sono tutti quelli che mi circondano. Con un background così (perdonatemi la parola straniera), ma dove si vuole andare? Forse è il caso di fare un altro appello!

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