Bambina dispettosa

Non potendo restaurare casa, restauro il mio blog. Tutto a costo zero e zero fatica visto che posso fare tutto stando comodamente seduta alla scrivania.
E’ ancora in fase di elaborazione, quindi è giustificabile qualsiasi caduta di stile.
Oggi mi sento veramente bene. Anzi, direi che è da Sabato che sto in grande forma. Fa meno caldo. Oggi addirittura fresco. Una sensazione di libertà. Peccato sia destinata a durare poco. Sono pure nata in una afosa giornata di Luglio. Sarà per questo che odio l’estate? E’ più forte di me. Non tollero il caldo. Divento una pezza. Mi accascio, non ho energia, non mangio più, non dormo, sono svogliata, ho sempre mal di testa e sono di umore nero. Poi, capita un giorno in cui la temperatura scende ed io rinasco a nuova vita.
Ora che il tempo passa più in fretta sono suscettibile al tempo sprecato. L’estate, per me, è tempo sprecato. Sopravvivo appena. Per fortuna che qualcuno ha pensato alla mia futura dimora, così non devo più preoccuparmi se invece di sentirmi morire, schiatto definitivamente. Mia zia ha deciso di dilapidare un patrimonio per costruire la tomba di famiglia. E’ una vera delizia andare a trovare i parenti defunti sapendo che presto ci andrai a pernottare pure tu. Ora che la tomba non è più vuota, l’idea che anche io contribuirò a riempirla mi terrorizza. Domenica scorsa sono andata a trovare mio zio, morto di recente. Ho trovato mia zia intenta alle manovre di pulizia. Soddisfatta dell’opera d’arte costruita, della Madonnina comprata per ornamento e del Sant’Antonio acquistato in onore dello zio. Poi, dopo vari e lunghi racconti sulle procedure per l’edificazione del monumento familiare mi guarda e si mette a dire: “ Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, … nove tuo marito e dieci tu. Questo è il tuo posto”. Cavoli. Ora so pure il buco preciso. Lei è contenta che non marcirò in una buca scavata nella terrà e che la mia bara resisterà al tempo. Io molto, ma molto meno. L’idea dell’albero che fa ombra alla mia tomba rendeva più digeribile l’idea del perpetuo addio al mondo. Ma ora, come faccio? Mi sembra di andare ad abitare in un condominio. Troppo affollato, per giunta. E poi ci batte sempre il sole, di fronte è pieno di margherite gialle che mi fanno allergia. No, no, no, no, no, no, no. Non ci voglio proprio andare. A pensarci bene mi ha messo all’ultimo posto. Lei dice per questione di età, però, se dovessi schiattare prima avrei la terza fila. Conviene che mi sbrighi? Questo è l’unico caso nel quale l’idea di perdere fa stare veramente bene.
Continua la dieta (forzata, ma nemmeno più tanto) e devo dire che ci siamo quasi. Certo, ricorrerò al costume ad un pezzo, almeno per quest’anno, costume che non indossavo dall’età dell’adolescenza quando mi vergognavo a mostrarmi mezza nuda anche se avrei dovuto vergognarmi della mia lingua lunga e tagliente.
Adesso so tenere a freno la lingua, anche se qualche volta scivola fra i denti e combina danni. Ora la uso di meno, ma devo dire che sono diventata molto dispettosa. Dispetti innocui, o quasi, fatti estemporaneamente, spontanei, ma che, in questo marasma quotidiano, fanno stare veramente bene.
Ora che si avvicina il mio compleanno e il mio umore si sta trasformando da grigio fumo di Londra in nero seppia, i dispetti sono una vera panacea. In fondo sono sempre stata una bambina dispettosa, se stuzzicata è vero, ma dispettosa comunque. Mai oltremisura anche se ci sto perdendo gusto e temo che prima o poi supererò il limite. Quando sarà e se sarà ne pagherò le conseguenze. Per ora si va avanti.

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