Bauscia Locali

Passano in TV una pubblicità che prima mi dava fastidio perché tutta cantata in Milanese. Poi, a furia di ascoltarla ho fatto attenzione alle parole e devo dire che è veramente geniale. La pubblicità sponsorizza una Skoda, ma la canzona prende in giro i proprietari del suv e la loro mania di grandezza. Mania non necessariamente milanese.
Il bauscia milanese nel mio paese è uno attento all’apparire, ma zero sostanza, spesso e volentieri cafone nei modi e nel vestire. Se ha qualcosa da mostrare lo fa con grazia da elefante. Sottolinea il suo potere economico e le sue amicizie politiche. Praticamente un cafone ragusano. Né d.o.p, ma nemmeno d.o.c. Sicuramente 100% buzzurro.
Prolungamento della sua smania di apparire: il figliolo/la figliola sfigato/a. Ciuco, nonostante abbia provato tutte le scuole private e gli istituti di recupero anni scolastici della provincia e non; vocabolario risicato e largo uso di figo, togo, sballo, sbarello. Amante festaiolo, possidente di tutti i ritrovati della tecnologia, proprietario dell’ultimo telefono ultra small, ultra light, ultra chich e ultra touch screen. Motodotato, auto truzza, look da anime manga. Spesso eredita l’azienda o lo studio di papà e si salvi chi può..
Il cafone ragusano non va a Saint Moritz, non sa nemmeno dove si trovi sulla cartina geografica. Preferisce mostrare rimanendo in zona e caso mai fa una piccola crociera della quale poi parla a voce alta per fare sentire i vicini di ombrellone dell’ultima fila. La stagione estiva la inaugura con una festa in piscina corredata da foto, pubblicate su Twitter, My Space o Facebook e commentate allegramente: "C’era la Ucci, il Teo, Giangiacomo e Fifì". (Non si riferiscono mai ad un gatto). Loro non hanno bisogno di allargare il garage. Circolano storie metropolitane su un noto professionista che pare abbia un garage interrato grande quanto tutta la villa, dove tiene la sua collezione di auto e quelle del figlioletto. Lui si che è previdente. Questo grazie alla brava mogliettina che come tutte le buone massaie sta attenta a non sprecare nulla. Se compra un etto di prosciutto, fa togliere i due grammi in eccedenza, se le casca una monetina da due centesimi, blocca la cassa al supermercato per cercarla e rimprovera il marito se lascia il carrello con l’euro di cauzione in giro, non per il disordine che può arrecare, ma perché: “Amò, non è per il carrello, ma per l’euro. Non vedi che c’è crisi?”. Poi si allontana con la sua borsetta Braccialini da 1000,00 euro. STRONZA.

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