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Meno qualcosa … ho perso il conto. Ah sì, meno 9. Vorrei fosse la temperatura attuale, invece si tratta sempre del mio conto alla rovescia.
Quest’anno volevo regalarmi un compleanno diverso, ma penso non ci siano i presupposti. Non mi riferisco tanto alle cose materiali, vorrei solo un po’ di quiete.
Da qualche giorno sarei capace di trascorrere l’intera giornata senza aprire bocca e senza muovere un muscolo. Ho un’apatia da fare spavento. Cerco di sforzarmi e di reagire, ma nulla. Vorrei solo dormire. Ed è una novità, perché io odio dormire e generalmente sono iperattiva.
L’unica cosa che mi piacerebbe fare, in questo momento, sarebbe lavorare a maglia. Non un creazione troppo impegnativa. Una sciarpona dove applicare fiori o zucche di pannolenci e da indossare al primo caro, amato freddo.
Credo che fare carriera non mi interessa più e meno ancora mi alletta l’idea di lavorare solo per sopravvivere. Inizio a pensare che le donne del passato erano di sicuro più tranquille. Poi mi vergogno di quello che penso, ma non trovo soluzione alla cosa.
Seduta davanti alla mia scrivania microscopica, dentro un ufficio che sembra più una casa dei puffi, mi ritrovo spesso con il mento appoggiato fra le mani a guardare quello che succede fuori o dentro come se io non fossi né da una parte, né dall’altra. Ascolto, rispondo, lavoro solo perché è routine, se mi capitasse qualche cosa di nuovo di sicuro farei la figura dell’idiota. Guido a fatica (cosa che in altri momenti mi rilassa) e a fatica cammino. Odio parlare ed io sono quella che la Domenica mattina passo il tempo a chiacchierare.
Inoltre, non è più possibile recarmi in bagno perché la mia collega stakanovista ha ben pensato che è meglio per lei stare ore al telefono nascosta in bagno. Quindi si crea la fila. Poi, dopo una lunga ed estenuante attesa, esce lei con cellulare in mano e foglietti vari (sta arredando casa) e con un sorrisino ti dice CIAOOOOOO miagolante. La vorrebbero uccidere tutti, soprattutto le donne che usano il suo stesso bagno. Quando non è impegnata in bagno, o a ritardare, ha sempre giorni di permesso per organizzare feste di compleanno, viaggetti romantici e finte visite di controllo. Tutto questo con l’autorizzazione dei capi, non perché sia carina e gattamorta, ma per altri motivi ancora più insulsi e che, come al solito, hanno a che vedere con l’unica forza che muove il mondo: il denaro. Mi chiedo questo beneficio quanto durerà, perché il denaro va e viene. E questo mi sa che è andato da un po’. Boh.
Non è la prima volta che qualcuno vada su fino alle stelle, ma dopo qualche tempo è precipitosamente rovinato. Un po’ come giocare a sette e mezzo, cambi carta e se conviene la cambi con quella che non ti convince più. Io, invece, sono un po’come il morto al gioco del tressette: non esisto e qualcuno bada alle mie carte che, invece, vorrei giocare in prima persona.

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