Chi sei tu che avvolto nella notte inciampi così nei miei pensieri?

Ma le fatine soffrivano della sindrome del tunnel carpale a furia di agitare la bacchetta magica? E i prìncipi azzurri soffrivano di bruciori alle parti intime frizionando i regali popò sulle selle dei fidi destrieri?
Quali erano i malanni del mondo delle favole? C’era un medico di corte, uno sciamano scemo del villaggio?
Non che la cosa abbia molta importanza, me lo chiedevo tanto per tenere il cervello in funzione, altrimenti, con questo caldo, mi scollego e non mi connetto più. Ho smesso di guardare i notiziari, appena vedo le solite immagini dei turisti che si abbeverano alle fontanelle dò di matto. Tutto questo parlare di caldo mi fa sentire ancora più caldo e se vedo, in TV, un film western o un documentario sulla vita nel deserto cambio subito canale.
L’omino dispettoso continua a piantarmi grane. Si diverte il malandrino. E divertiti pure, mi sa che non hai altro da fare, sarai triste e ti sentirai inutile se l’unica cosa che ti tiene in vita e succhiare energie alle persone.
Alla fine non ho passato un brutto compleanno. Ho avuto un paio di belle sorprese, non tanto per i doni, ma perché ho avuto testimonianza che qualcuno mi vuole bene e non è poco. Qualcun altro, invece, ha volutamente dimenticato la mia ricorrenza. Poco male, ha solo dato ragione ai miei sospetti.
A furia di potare i rami secchi il mio bosco sta diventando un deserto ed io ho bisogno di verde, di ruscelli, di fronde che generano ombra. Poi la mattina ti alzi e decidi che bisogna andare avanti e giù un’altra mazzata. Ci mancava anche questa, ma stavolta l’omino dispettoso mi sa che c’entra ben poco. Semmai si tratta di gente inetta che non è solo incapace di guardare la luna, non vede nemmeno il dito che la mostra. Un’altra mia previsione centrata appieno. Mannaggia a me e a questo mio essere Cassandra.
Ophs… piove ed ho lasciato i finestrini della mia auto semi aperti. Lo dicevo, stamattina, che dovevo chiuderli, ma poi mi sono detta che nooooo, con questo sole maledetto non poteva piovere. E invece, eccola la pioggia. Mah, quest’omino dispettoso prima o poi lo acchiappo e poi non lo uccido mica, LO TORTURO, piano, piano, lo voglio sentire invocare perdono, lo voglio umiliare, vessare e poi lasciarlo morire lentamente, da solo. Quasi, quasi provo pietà per questo ometto che non conosco e non so nemmeno se sia una donna e se esista davvero. Quasi, quasi gli chiedo scusa e continuo a permettergli di scombinarmi l’esistenza e il sonno, perché io non avrò mica gli occhi dolci, ma sono di sicuro un imparagonabile angelo travestito da strega cattiva.

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