Giganti e Nani

Giorni di novità questi ed io gongolo felice perché qualche mio desiderio è stato esaudito.
Inizio dalle cose più lontane: l’assessore all’ambiente ha dovuto consegnare la delega. Si proprio lei, quella che ha portato la cultura in città e l’ha pure scritta sul santino elettorale. Proprio quella che con il giro di perle al collo è presente a qualunque manifestazione. Quella che ama l’ambiente, ma soprattutto la sua poltrona. E’ saltato un altro assessore che mi stava sulle scatole. Uno che è sempre stato insulso, poco limpido. Salta pure, per ora, l’unico che mi piaceva veramente e che poteva darsi arie e mai lo ha fatto. Pazienza.
Tacciatemi pure di cattiveria ingiustificata, ma non riesco a nascondere soddisfazione.
Poi ci avviciniamo al privato, al personale. Sono arrivati i grandi capi. Sicuri di sé, un po’ presuntuosi, ma circondati da un’aurea di capacità e sicurezza che ha fatto impallidire e irritare quelli che fino a qualche mese fa si professavano “professionisti”. Non ci è voluto molto a capire chi erano le mezze calze e chi le calze lunghe di seta. Qualcuno cerca ancora di alzare la crestina, cerca di fare la voce grossa, di manifestare il suo disappunto e punterebbe ad un ammutinamento. E’ così presuntuoso da pensare che adesso sarà il nuovo che dovrà adeguarsi al vecchio. Non ha capito che di vecchio, qui dentro, non rimarrà nulla. Anzi, fra poco, non rimarrà nessuno. Me compresa.
Mi spiace che ci sia andata di mezzo anche io, sarebbe stato meglio vedere affondare i nemici aggrappata ad un salvagente. Non ce l’ho, almeno credo, ma nuoto abbastanza bene da restare a galla fino al necessario. Internamente grido: ve lo avevo detto, ve lo avevo detto, ve lo avevo detto. Poi scomparirò anche io sott’acqua e chi si è visto si è visto.
Avevamo un capo che aveva il suo perché. Nel senso che ti chiedevi perché fosse il capo. A dire il vero qui dentro di perché ce ne sono un bel po’.
Ormai è finita. O siamo in dirittura di arrivo. Solo che ad aspettarci non c’è il nastro che spezzerà il vincitore, ma il baratro. Io, intanto, continuo a sognare che la mia alternativa si dimostri valida, o almeno abbastanza valida da sopravvivere fino a quando non mi imbarcherò in un'altra nave, sperando sia più solida e con un equipaggio meno cretino.

… Ma se i desideri sono solo nostalgia
o malinconia d' innumeri altre vite,
nei vecchi amici che incontrava per la via,
in quelle loro anime smarrite,
sentiva la balbuzie intellettuale e l' afasìa
di chi gli domandava per capire.
Ma confondendo i viaggi con la loro parodia,
i sogni con l' azione del partire,
di tutte le sue vite vagabondate al sole
restavan vuoti gusci di parole...
Poi dopo, ripensando a quell' incedere incalzante
dei viaggi persi nella sua memoria,
intuiva con la mente disattenta del gigante
il senso grossolano della storia
e nelle precisioni antiche del progetto umano
o nel mondo suo illusorio e limitato,
sentiva la crudele solitudine del nano,
sentiva la crudele solitudine del nano
nell' universo quasi esagerato,
due facce di medaglia che gli urlavano in mente:
da tempo e mare, da tempo e mare,
da tempo e mare, da tempo e mare,
da tempo e mare non s' impara niente ...

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