Mi riaffaccio

Quest’anno lo spirito natalizio ha preso una piega diversa. Per cominciare ho comprato un albero alto la metà di quello che avevo. L’ho addobbato di lilla, come gli anni precedenti, non perché fa tendenza, ma perché non mi passava neppure per l’anticamera del mio rinsecchito cervello di spendere soldi per cose puramente inutili. Ho buttato a casaccio quattro addobbi natalizi sparsi fra la cappa della cucina e il caminetto. Ho arrotolato una ghirlanda alla ringhiera delle numerose scale di casa mia e Buon Natale a tutti quanti.
Tanto, poi, dopo giorni e giorni di attesa, tutto si risolverà in una cena di vigilia piena di confusione, in un pranzo altrettanto confuso e dei soliti problemi di stomaco.
Per giunta, dopo avere atteso da Agosto la mia settimana di ferie natalizie, già al secondo giorno mi becco una bella bronchite. Ancora l’omino che mi rema contro? E’ proprio un grosso bastardo.
Ho esposto, inutilmente, le mie belle creazioni. Stanno sugli scaffali di una libreria del centro. Sembrano semplici addobbi natalizi, ma in realtà sono le mie creature e sarebbero pure in vendita. E' stata colpa mia. Dovevo sviluppare un piano di vendita più organizzato, ma mi sto dando da fare. Sto rivoluzionando il metodo.
Però, che bella soddisfazione vedere le proprie creature esposte. Quasi dei figli.
Sarebbe un bel regalo di natale se riuscissi a trasformare una passione in qualcosa di più. Soprattutto adesso che in ufficio iniziano a cadere teste peggio che durante la rivoluzione francese.

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